2013-03-17 15:21:35

Il Nobel per la Pace Esquivel ribadisce: false accuse contro Papa Francesco


“Bergoglio non appoggiò mai la dittatura e le accuse nei suoi confronti sono false”. In difesa di Papa Francesco si leva di nuovo la voce di Adolfo Pérez Esquivel, l’attivista argentino Premio Nobel per la Pace nel 1980 che ottenne il prestigioso riconoscimento proprio per il suo impegno contro la dittatura di Videla. “All’epoca Bergoglio era solo un superiore dei Gesuiti e non aveva alcun ruolo – ha aggiunto Esquivel ieri da Firenze per partecipare a una manifestazione per ricordare le vittime della mafia indetta da Libera – molti vescovi chiedevano il rilascio dei prigionieri, ma i militari facevano quello che volevano e non quello che dovevano”. Le parole del Nobel argentino – come sottolineato anche dal direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi – hanno particolare valore poiché Esquivel non è mai stato tenero con la Chiesa. All’instaurarsi della dittatura militare, Esquivel contribuì a formare El Ejercito de paz y justicia, un’associazione in difesa dei diritti umani che si prodigò nell’assistenza delle famiglie delle vittime del regime e della guerra nelle Falkland; nel 1977 venne arrestato e torturato dalla polizia, che lo tenne per 14 mesi in stato di fermo senza processo. In carcere Esquivel ricevette il Memoriale della Pace di Giovanni XXIII. “Mi piace Papa Francesco, con lui finisce l’eurocentrismo e un Papa latinoamericano è un segno di speranza forte per tutti – ha concluso Esquivel parlando ancora del suo connazionale – porterà avanti la barca della Chiesa nell’ora della tempesta”. Sulla figura del Papa e sulla sua missione, Esquivel si è soffermato anche oggi a Padova, a margine dell'iniziativa diocesana Nonsoloparole: "Il Papa - ha detto - si è sempre occupato dei poveri, li ha accompagnati e sostenuti". Qualche parola l'ha spesa anche per il messaggio di San Francesco d'Assisi: "Dobbiamo farlo nostro, oggi che ci troviamo in questo sistema che privilegia il sistema finanziario sulle vite dei poveri e rischiamo di perdere di vista il bene comune. La parola più usata nel mondo è 'io' e ci dimentichiamo del 'noi', della comunità". Le accuse al nuovo Papa di collusione con il regime che tra il 1976 e il 1981 fece circa 30mila desaparecidos e per il quale Videla sta scontando il carcere a vita a Buenos Aires, risalgono a diversi anni fa e sono già state archiviate come calunnie: in particolare si riferiscono a una sua presunta mancata protezione nei confronti di due sacerdoti arrestati e torturati, uno dei quali, ancora vivo, ha smentito la vicenda. (R.B.)







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