I Focolari di Buenos Aires: Papa Francesco, la Chiesa vive in mezzo alla gente
“Ho avuto l’impressione subito che fosse un uomo di Dio”. Così Marta Yofre,
delegata per la zona di Buenos Aires del Movimento dei Focolari quando l’arcivescovo
era il cardinale Bergoglio, racconta del loro primo incontro. Gabriella Ceraso
ha raccolto la sua testimonianza:
R. – In quel
momento quello che mi ha toccato profondamente è stata la sua apertura a cogliere
quello che una persona gli donava. Mi ha dato l’impressione di trovarmi di fronte
ad un vero uomo di Dio, con profonde radici spirituali, fondate sulla vita del Vangelo
semplice. Mi ha fatto impressione la sua umiltà e l’austerità della sua vita.
D.
– Come uomo di Chiesa, hai avuto modo di constatare quali erano i tratti che lo contraddistinguevano...
R.
– Una sua caratteristica era la sensibilità forte alle problematiche del popolo. Lui
si caratterizzava nel mostrare una Chiesa bella nel senso di una Chiesa che non rimane
al margine dei problemi, ma si pronuncia di fronte alla corruzione, dicendo la verità;
persino di fronte al governo argentino lui molte volte ha dovuto pronunciarsi, anche
se certe parole non piacevano. E’ un uomo, quindi, che non tace di fronte a qualcosa
che non è onesto.
D. – Rileggendo anche alcune interviste di Papa Francesco
torna questa esigenza per la Chiesa di uscire da sé e andare tra la gente...
R.
– Ne ho testimonianza. Molte volte, per esempio, la domenica andava a Plaza de la
Constitución, dove si riunisce la gente più povera, quelle persone che vivono tra
i rifiuti, le prostitute, gente povera, insomma, in tutti i sensi della parola. Andava
sempre a celebrare la Messa in quella piazza e si perdeva in mezzo alla gente. Parlava
con uno, parlava con l’altro. E poi andava ad assistere, settimanalmente, una fondazione
a difesa delle donne vittime di violenza, testimoniando la vita del Vangelo.
D.
– Tra le prime parole pronunciate dal Papa il giorno dell’elezione, c’è stata la richiesta
di preghiera e l’offerta di preghiera ...
R. – In effetti questa era una delle
sue caratteristiche: sia che lo incontrassimo in un luogo o nell’altro, sia che rispondesse
a qualche nostra lettera, ci chiedeva sempre una preghiera. Questo perché lui vede
chiaro che è Dio a condurre la Chiesa. Io credo veramente che da ora si apra una tappa
nuova e necessaria nella vita della Chiesa.
D. – Quando eri a Buenos Aires,
avendolo incontrato più volte, avrai avuto anche occasione di parlare del Movimento
dei Focolari. Lui conosce i movimenti? Che rapporto c’è?
R. – Lui conosce il
Movimento e soprattutto ci ha molto seguito nella vita del dialogo interreligioso.
A Buenos Aires, per esempio, c’è una grande e forte comunità ebraica e lui aveva un
rapporto personale con i rabbini. Inoltre, lui ha scritto un libro insieme al rabbino
Abraham Skorka: io ero alla presentazione di quel libro ed è stata una vera testimonianza
sul dialogo tra ebrei e cristiani.
D. – Tante cose hanno colpito delle sue
prime parole, anche il senso di comunità, di fratellanza...
R. – Penso sia
il frutto dell’esperienza vissuta tra la gente e dell’esperienza vissuta tra i vescovi,
nel periodo in cui è stato alla Conferenza episcopale. Penso comunque che lui tenderà
a fare un’esperienza di vera collegialità in tutti i sensi. E anche per questo mi
sembra sia una tappa necessaria.