Papa Francesco ai giornalisti: "Come vorrei una Chiesa povera!"
"Ah, come vorrei
una Chiesa povera e per i poveri!". L'esclamazione di Papa Francesco arriva improvvisa,
spontanea, mentre parla a circa seimila giornalisti di tutto il mondo nell'Aula Paolo
VI. Durante l'abituale incontro con la stampa che ha seguito il conclave - tradizione
inaugurata da Giovanni Paolo II - Francesco lascia il testo scritto e racconta, a
braccio, come ha scelto il nome del poverello di Assisi per il suo pontificato: pensando
ai poveri, alle guerre e al bisogno di pace cha ha il mondo. Inoltre, confermando
uno stile espressivo tanto coinciso quanto essenziale, ringrazia i giornalisti che
hanno seguito la sua elezione e allo stesso tempo li striglia un po'. Ricorda loro
che per raccontare la Chiesa bisogna capire che non è un'istituzione politica, ma
spirituale, centrata su Cristo. E che il protagonista di tutto quanto è avvenuto,
dalla rinuncia di Benedetto XVI alla sua elezione al soglio pontificio, è stato lo
Spirito Santo. Poi, parlando per la prima volta in pubblico da Papa nella sua
lingua madre, Francesco si congeda con una benedizione particolare. Il pontefice
sa che molti degli operatori della comunicazione arrivati a Roma per raccontare il
conclave non sono cattolici, né credenti, allora impartisce una benedizione "di cuore",
ma "nel silenzio". E aggiunge che rispetta la coscienza di tutti i presenti, pur sapendo
che sono tutti figli di Dio. Una benedezione sorprendente che conquista il cuore
di tanti, riprendendo la lezione del Concilio sul rispetto delle altre religioni e
l'attenzione del suo predecessore per i non-credenti. (A cura di Fabio Colagrande)