2013-03-16 08:20:49

Il card. Scherer: con Papa Francesco la Chiesa mostra meglio la sua universalità


Sull’elezione del primo Papa latino-americano della storia, il collega Silvonei Protz ha intervistato il cardinale brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo:RealAudioMP3

R. – Sono felice per la Chiesa, per la Chiesa intera, che ha un nuovo Papa, nella figura di Papa Francesco. Lui è un latinoamericano, un argentino. Direi che questo non è un fattore importantissimo, ma certo ha la sua importanza. Sicuramente, la scelta di un Papa latinoamericano dà alcuni segnali. La meraviglia di renderci conto che la Chiesa ormai è universale, è presente in tutto il mondo, anche se in alcune parti del mondo ancora in modo molto scarso, come nella grande Asia, e questo ci sfida a un’azione missionaria decisiva verso l’Asia. Quindi, l’universalità della Chiesa, appare meglio attraverso la scelta di un Papa non europeo. In secondo luogo, il fatto che venga dall’America Latina, ha un suo significato anche perché in America Latina c’è ormai quasi la metà dei cattolici. Poi c’è una ricca esperienza di vita ecclesiale in America Latina. Abbiamo ricevuto molto dall’Europa lungo quattro secoli. Ormai è giunto il momento di dare alla Chiesa universale la nostra parte della nostra ricchezza spirituale, della nostra esperienza di vita ecclesiale. Questo è bello perché nella Chiesa esiste questo doppio movimento del dare e ricevere: non si può solo ricevere, si deve anche dare. Sicuramente, con Papa Francesco, viene mostrata una comunione dei beni spirituali, in questo caso dei beni della vita cristiana, dell’esperienza ecclesiale. E si mostra anche la figura di un Papa diverso, semplice, magari con gesti innovativi, che non spezzano con la grande tradizione di fede della Chiesa. Questo è l’importante. Come ha detto anche Papa Benedetto XVI: noi passiamo, le cose cambiano nella Chiesa, ma la Chiesa rimane sempre la stessa e, cioè, quello che conta nella Chiesa rimane, ma viene mostrato in modo nuovo. Quindi mi pare che la scelta di Papa Francesco, in un primo momento, porti a queste riflessioni. Poi ne avremo tante da fare nei prossimi mesi.

D. – Ora il Brasile aspetta Papa Francesco a Rio de Janeiro per la Giornata mondiale della gioventù insieme a tutti i giovani dell’America Latina…

R. – Certo, con tutti i giovani del mondo. Speriamo che vengano in tanti, da tutto il mondo, anche se sappiamo che ci saranno difficoltà a causa delle distanze, i biglietti aerei che costano. Ma speriamo che almeno le rappresentanze vengano da tutto il mondo. Sarà bello da vedere. Sarà bello vedere la faccia dell’umanità nel volto dei giovani che vengono da tutti i Paesi: culture, popoli, razze, etnie, con tanti modi di esprimersi. Questo è il bello di queste giornate. Poi, certo, ci sarà la gioventù dell’America Latina, del Brasile, innanzitutto, che farà da padrone di casa e accoglierà i giovani del mondo ma ci saranno anche tantissimi argentini che vorranno stare lì, testimoniare e manifestare la loro gioia. Riceveremo tutti con le braccia aperte. Che vengano in tanti e che vengano con gioia, con tanta voglia di testimoniare la fede e testimoniare che la Chiesa è viva ed è giovane, come diceva Papa Benedetto.







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