Dall'Indonesia l'attenzione a Papa Francesco di cristiani e di musulmani
In tutto il mondo la figura di Papa Francesco sta suscitando curiosità ed emozioni
anche in Paesi a maggioranza musulmana come l’Indonesia. Benedetta Capelli
ha raggiunto telefonicamente a Giakarta, padre Alfonsus Vidi:
R. - Qui c’è
un grande entusiasmo, anche da parte dei giornalisti, che hanno subito messo in prima
pagina la notizia che riguarda il Vaticano e la Chiesa. Anche i musulmani hanno dato
il contributo in quanto sperano che nell’ambito del dialogo interreligioso si continuino
a fare dei passi in avanti. È un evento grande, molto atteso, non solamente da parte
dei cattolici ma anche dei musulmani.
D. - Nel momento in cui Papa Francesco
è apparso alla Loggia vaticana ha detto: “Vengo quasi dalla fine del mondo.” Come
risuonano queste parole in un missionario?
R. - Magari quell’espressione “la
fine del mondo” può indicare tutte quelle persone che geograficamente si trovano in
luoghi molto distanti dal Vaticano, ma soprattutto tutte quelle persone che vivono
ai margini, al confine della società, tutti coloro che vivono lontano, non solo fuori,
ma anche dentro. Spero che questo Papa possa abbracciare i poveri, gli emarginati
e tutti coloro che sono esclusi dalla società.
D. - Qual è il messaggio che
vuole lanciare dall’Indonesia a Papa Francesco?
R. - Il messaggio più semplice:
speriamo che questo Papa riviva lo spirito di San Francesco d’Assisi nella semplicità
ed universalità della Chiesa, ma soprattutto che porti le persone a guardarsi dentro
e a non cercare fuori per riempire l'eventuale vuoto dell'anima. Bisogna cercare il
Signore dentro di sé.