Ungheria: sì del presidente ai cambiamenti costituzionali, Ue preoccupata
“È un mio inequivocabile dovere costituzionale firmare e dichiarare legge questo emendamento
della Costituzione poiché la cosa riguarda l’unità nazionale”. Così il presidente
ungherese, Janos Ader, ha motivato la decisione di firmare il pacchetto di modifiche
costituzionali – chiamato “quarto emendamento” – approvato l’11 marzo dal partito
conservatore del primo ministro, Viktor Orban, che gode della maggioranza dei due
terzi in Parlamento. La controversa riforma determinerà significativi effetti retroattivi
sulle decisioni della Corte Costituzionale ungherese ed evidenti limitazioni alle
libertà civili, di stampa e di espressione. In una conferenza stampa convocata nella
sede del Consiglio Ue, poco prima dell’inizio del summit dei capi di Stato e di governo
dei 27 Paesi, il premier ungherese ha energicamente difeso la manovra. “L’Ungheria
- ha dichiarato - fa leggi solo nel rispetto dei valori Ue e, finora, ha sempre chiarito
tutti i dubbi dell’Europa”. Tali emendamenti, ha poi aggiunto, “già esistevano al
95% nella Costituzione, ma erano norme ‘transitorie’ che la Corte costituzionale ha
chiesto al Parlamento di tradurre in legge permanente”. Orban ha poi respinto la pioggia
di critiche arrivate dall’Ue, dal Consiglio d’Europa e da diversi leader tra cui Angela
Merkel, giudicandole “prive di fondamento”. Il presidente del paralamento Ue, Martin,
Schulz ha comunque aperto all’ipotesi di un’azione sanzionatoria e ha indicato l’opportunità
che i leader Ue affrontino la questione con il premier magiaro al vertice. Vuole chiedere
alla Commissione un “rapporto dettagliato” sul pacchetto di cambi. In caso di infrazione,
il Paese interessato perderebbe il diritto di voto nel Consiglio. Commenti negativi
arrivano anche dal commissario alla Giustizia Viviane Reding:“La Commissione – ha
detto - è custode del trattato e non vede senza conseguenza il fatto che i principi
di questo trattato siano calpestati”. Intanto, è prevista per oggi, giorno di festa
nazionale a Budapest, una nuova manifestazione di protesta dei partiti di opposizione,
contro quello che molti hanno definito come “un golpe bianco”. (V.C.)