Un mese fa il Messaggio di Quaresima dell’allora cardinale Bergoglio: cambiare è possibile
Appena un mese fa, per il Mercoledì delle Ceneri, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio
inviava all’arcidiocesi di Buenos Aires il suo Messaggio di Quaresima intitolato “Laceratevi
i cuori e non le vesti”. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Un messaggio
forte, intenso. L’allora cardinale Bergoglio parlava della nostra assuefazione alle
tante cronache quotidiane di violenza che si vedono e o si leggono sui mass media,
talora con “perversa soddisfazione”.
Ma “il dramma – si sottolinea nel messaggio
- è nelle strade, nei quartieri, nella nostra casa … nel nostro cuore. Conviviamo
con la violenza che uccide, che distrugge le famiglie, che accende guerre e conflitti
in tanti Paesi del mondo. Conviviamo con l’invidia, l’odio, la calunnia, la mondanità
nel nostro cuore. La sofferenza degli innocenti e delle persone pacifiche – afferma
- non smette di schiaffeggiarci; il disprezzo dei diritti delle persone e dei popoli
più fragili non sono tanto lontani da noi; l’impero del denaro con i suoi demoniaci
effetti come la droga, la corruzione, la tratta delle persone, e anche di bambini,
insieme alla miseria materiale e morale, sono moneta di scambio”. Ci sono poi la distruzione
della dignità del lavoro, il dolore delle migrazioni, la mancanza di futuro. “I nostri
errori e peccati come Chiesa – scriveva nel Messaggio - non restano fuori” da questo
scenario. “Gli egoismi personali giustificati, e non per questo più piccoli, la mancanza
di valori etici in una società che crea metastasi nelle famiglie, nella convivenza
dei quartieri, nei Paesi, nelle città, ci parlano dei nostri limiti, della nostra
debolezza e della nostra incapacità di poter trasformare questo elenco innumerevole
di realtà distruttive”.
“La trappola dell’impotenza – scriveva l’allora cardinale
Bergoglio - ci porta a domandarci: ha senso tentare di cambiare tutto questo? Possiamo
fare qualcosa di fronte a questa situazione? Vale la pena tentare se questo mondo
continua la sua danza carnevalesca mascherando tutto per un certo tempo? Tuttavia,
quando cade la maschera, appare la verità e, anche se per molti suona anacronistico
dirlo, ritorna il peccato che ferisce la nostra carne con tutta la sua forza distruttiva”.
“La
Quaresima – scriveva un mese fa quello che oggi è il Papa - si presenta come un grido
di verità, di speranza certa, che viene a risponderci di sì, che è possibile non mascherarci
o disegnare sorrisi di plastica come se niente fosse. Sì, è possibile che tutto sia
nuovo e diverso perché Dio continua a essere ‘ricco di bontà e misericordia, sempre
pronto a perdonare’ e ci incoraggia a ricominciare sempre di nuovo. Oggi, ancora una
volta – affermava - siamo invitati a intraprendere un cammino pasquale verso la Vita,
cammino che include la croce e la rinuncia; che sarà scomodo ma non sterile. Siamo
invitati a riconoscere che qualcosa non va bene in noi, nella società o nella Chiesa,
a cambiare, a invertire rotta, a convertirci”. Oggi – concludeva l’allora cardinale
Bergoglio – “sono forti e ci sfidano le parole del profeta Gioele: ‘Laceratevi i
cuori e non le vesti…. Convertitevi al Signore vostro Dio’. Sono un invito a tutti,
nessuno escluso”.