La felicità delle Chiese asiatiche: un Papa che sarà vicino ai bisogni dei poveri
Le Chiese in Asia festeggiano l’elezione di Papa Francesco, che nel suo Paese d’origine,
l’Argentina, è stato anche ordinario per i cattolici di rito orientale e quindi conosce
bene la realtà del Medio Oriente. Nella Siria devastata da due anni di guerra civile,
si leva la voce del nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari: “È il Papa di
un miliardo di cattolici e qui in Siria la gente si sente parte di questa Chiesa universale
– ha detto ad AsiaNews – il Papa è sempre stato accolto in questo Paese e soprattutto
quando si tratta di ricostruire la riconciliazione e la pace, gli occhi di tutti sono
puntati su di lui, anche quelli delle altre religioni. A lui porteremo le attese,
le sofferenze e anche le preghiere della popolazione siriana”. “Il Papa di un Paese
che ha sofferto la povertà capirà i problemi e i bisogni dei poveri e dei bisognosi
del mondo, soprattutto in Africa e in Asia”, ha detto padre Rafic Greiche, portavoce
della Chiesa cattolica egiziana, mentre dalla lontana Corea del Sud, il vescovo di
Daejon, mons. Lazzaro You Heung-sik, fa arrivare al nuovo Papa le sue preghiere: “Non
lo conosco personalmente ma prego per lui e per Benedetto XVI che ha compiuto un grande
gesto per il risveglio della Chiesa – afferma – lo Spirito Santo è una meraviglia,
la Corea aspetta il nuovo Papa!”. Ad aspettare il nuovo Papa nell’estremo Oriente
è anche la Chiesa cinese: molte le testimonianze arrivate da vescovi, sacerdoti e
religiose che sottolineano la nuova visione della Chiesa universale espressa dalla
scelta di un Papa extraeuropeo, che “porterà nuova speranza al mondo”. Della scelta
del nome Francesco, il segretario della Conferenza episcopale indonesiana e arcivescovo
di Semarang, mons. Johannes Maria Pujasumarta, ha colto un segno di rinnovamento del
dialogo con l'islam, particolarmente importante per il suo Paese che è il più islamico
del mondo. "Abbiamo apprezzato le sue parole semplici e commoventi - ha detto - e
l'atto di affidare il suo ministero alla Vergine Maria". Grande l’entusiasmo anche
in India, dove negli ultimi anni sono aumentati gli episodi di violenza contro i cristiani
che rappresentano il 2.3% della popolazione: “Cercheremo l’assistenza del nuovo Papa
per l’evangelizzazione, per rafforzare la fede del nostro popolo e per una maggiore
armonia interconfessionale nel Paese”, ha detto il portavoce dei vescovi indiani,
Dominic D’Abreo. E proprio da diversi esponenti di altre religioni, tra cui un noto
leader indù, il vescovo di Vasai, mons. Felix Machado, racconta di aver ricevuto le
congratulazioni: “Il nuovo Papa sarà un uomo di dialogo e di carità”, ha commentato
soddisfatto. “Una notizia meravigliosa, incredibile, un Papa che condurrà verso un
nuovo cammino nel solco del Concilio Vaticano II”, secondo il direttore del centro
gesuita Prashant per i Diritti umani, la giustizia e la pace, padre Cedric Prakash,
mentre padre Anthony Charangat, portavoce della diocesi di Mumbai, pone l’accento
sul “forte significato di universalità per la Chiesa” della scelta dei cardinali:
“Un passo verso la riforma, rinunciando al trionfalismo e alla gloria”. Infine, sempre
a Mumbai, anche le carmelitane di clausura hanno voluto esprimere la propria gioia
attraverso la loro priora, suor Gemma: “Quando il Santo Padre ha parlato in modo così
dolce, ringraziando il Papa emerito Benedetto XVI e recitando il Padre Nostro, l’Ave
Maria e il Gloria, abbiamo sentito in modo palpabile la semplicità del suo cuore”,
ha detto. Infine, la religiosa ha descritto l’emozione suscitata dalla scelta del
nome Francesco: “Il Poverello di Assisi è il Santo più vicino al cuore di Gesù, il
Santo della povertà e della semplicità”. (R.B.)