2013-03-14 15:08:55

La felicità delle Chiese asiatiche: un Papa che sarà vicino ai bisogni dei poveri


Le Chiese in Asia festeggiano l’elezione di Papa Francesco, che nel suo Paese d’origine, l’Argentina, è stato anche ordinario per i cattolici di rito orientale e quindi conosce bene la realtà del Medio Oriente. Nella Siria devastata da due anni di guerra civile, si leva la voce del nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari: “È il Papa di un miliardo di cattolici e qui in Siria la gente si sente parte di questa Chiesa universale – ha detto ad AsiaNews – il Papa è sempre stato accolto in questo Paese e soprattutto quando si tratta di ricostruire la riconciliazione e la pace, gli occhi di tutti sono puntati su di lui, anche quelli delle altre religioni. A lui porteremo le attese, le sofferenze e anche le preghiere della popolazione siriana”. “Il Papa di un Paese che ha sofferto la povertà capirà i problemi e i bisogni dei poveri e dei bisognosi del mondo, soprattutto in Africa e in Asia”, ha detto padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, mentre dalla lontana Corea del Sud, il vescovo di Daejon, mons. Lazzaro You Heung-sik, fa arrivare al nuovo Papa le sue preghiere: “Non lo conosco personalmente ma prego per lui e per Benedetto XVI che ha compiuto un grande gesto per il risveglio della Chiesa – afferma – lo Spirito Santo è una meraviglia, la Corea aspetta il nuovo Papa!”. Ad aspettare il nuovo Papa nell’estremo Oriente è anche la Chiesa cinese: molte le testimonianze arrivate da vescovi, sacerdoti e religiose che sottolineano la nuova visione della Chiesa universale espressa dalla scelta di un Papa extraeuropeo, che “porterà nuova speranza al mondo”. Della scelta del nome Francesco, il segretario della Conferenza episcopale indonesiana e arcivescovo di Semarang, mons. Johannes Maria Pujasumarta, ha colto un segno di rinnovamento del dialogo con l'islam, particolarmente importante per il suo Paese che è il più islamico del mondo. "Abbiamo apprezzato le sue parole semplici e commoventi - ha detto - e l'atto di affidare il suo ministero alla Vergine Maria". Grande l’entusiasmo anche in India, dove negli ultimi anni sono aumentati gli episodi di violenza contro i cristiani che rappresentano il 2.3% della popolazione: “Cercheremo l’assistenza del nuovo Papa per l’evangelizzazione, per rafforzare la fede del nostro popolo e per una maggiore armonia interconfessionale nel Paese”, ha detto il portavoce dei vescovi indiani, Dominic D’Abreo. E proprio da diversi esponenti di altre religioni, tra cui un noto leader indù, il vescovo di Vasai, mons. Felix Machado, racconta di aver ricevuto le congratulazioni: “Il nuovo Papa sarà un uomo di dialogo e di carità”, ha commentato soddisfatto. “Una notizia meravigliosa, incredibile, un Papa che condurrà verso un nuovo cammino nel solco del Concilio Vaticano II”, secondo il direttore del centro gesuita Prashant per i Diritti umani, la giustizia e la pace, padre Cedric Prakash, mentre padre Anthony Charangat, portavoce della diocesi di Mumbai, pone l’accento sul “forte significato di universalità per la Chiesa” della scelta dei cardinali: “Un passo verso la riforma, rinunciando al trionfalismo e alla gloria”. Infine, sempre a Mumbai, anche le carmelitane di clausura hanno voluto esprimere la propria gioia attraverso la loro priora, suor Gemma: “Quando il Santo Padre ha parlato in modo così dolce, ringraziando il Papa emerito Benedetto XVI e recitando il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria, abbiamo sentito in modo palpabile la semplicità del suo cuore”, ha detto. Infine, la religiosa ha descritto l’emozione suscitata dalla scelta del nome Francesco: “Il Poverello di Assisi è il Santo più vicino al cuore di Gesù, il Santo della povertà e della semplicità”. (R.B.)







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