Gli episcopati d'Europa: entusiasmo e appoggio a Papa Francesco
“Per la prima volta nella storia, è stato eletto un Papa originario del continente
americano, dell’Argentina, il che sottolinea l’universalità della Chiesa”. Il Consiglio
permanente dell’Episcopato portoghese ha manifestato il suo affetto e il suo appoggio
“incondizionato” al Santo Padre e “tutta la disponibilità a collaborare con il successore
dell’Apostolo Pietro, nel necessario rinnovamento della Chiesa e nel servizio evangelico,
nella grande missione di dialogo e di fratellanza, della giustizia e della pace nel
mondo”. Il Consiglio si dice certo che Papa Francesco saprà dare un seguito al proprio
titolo di “Sommo Pontefice”, “costruendo ponti di unità e pace tra le diverse religioni,
culture e popoli” e di “Servo dei servi di Dio”, “servendo tutti e difendendo specialmente
i più poveri e gli emarginati”. L’elezione arriva in un momento di grande incertezza
per l’Europa e “potrebbe essere un’occasione opportuna per il nuovo Pontefice di iniettare
fresco entusiasmo nella ricerca di una visione" per il continente. "Questa visione
sancisce quei valori cristiani che hanno ispirato così tanto i padri fondatori del
progetto europeo”. Questo l’invito del reverendo Patrick h. Daly, segretario generale
del Comece, la Commissione della Conferenza dei vescovi dell’Unione europea. Il progetto
dell’Unione Europea ha potuto beneficiare del supporto attivo e dell’interesse dei
predecessori del nuovo Pontefice, secondo il reverendo Daly, che hanno seguito da
vicino gli sviluppi della costellazione di nazioni che formano l’Europa. “Siamo sicuri
che il successore di Pietro riconoscerà con orgoglio i risultati raggiunti collettivamente
dalle nazioni europee e incoraggerà i leader politici e, incidentalmente, tutti gli
appartenenti al Comece, a continuare, con solidarietà e rispetto per la sussidiarietà,
sul cammino verso l’unità nella diversità per tutti coloro che si trovano all’interno
della famiglia europea”. Per i vescovi svizzeri, la Chiesa si trova di fronte a grandi
sfide: al nuovo vescovo di Roma, dunque, “occorrerà il dono della percezione e lettura
dei segni dei tempi, un’acuta sensibilità per le legittime diversità delle Chiese
locali per farle crescere, con carisma, nella comunione della Chiesa universale”.
Confidando nella promessa divina di Pietro, s’impegnano, con il Papa Francesco, a
“consolidare la fede in seno alla Chiesa che è in Svizzera”. “Riviviamo un momento
trascendente per la Chiesa come questo, che articola il nostro carisma di fondazione:
‘il nostro servizio alla Chiesa sarà veramente cristiano solo se sarà veramente ancorato
nella fede a Colui che fa nuove tutte le cose; e solo sarà gesuita se sarà unito con
il successore di Pietro (Norme complementari, 252 &1)’”. Con queste parole, la Compagnia
di Gesù in Spagna accoglie l’elezione di un fratello gesuita a Papa. “Siamo convinti
che lo Spirito lo incoraggerà per continuare, con semplicità e audacia, il compito
di evangelizzazione che iniziarono Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”. Da Madrid,
arriva anche l’entusiasmo della ong della Chiesa spagnola Manos Unidas, secondo quanto
riporta l’agenzia Fides. L’organizzazione auspica che il nuovo Papa continui a sostenere
la difesa e il sostegno alle persone più svantaggiate e il rispetto dei diritti umani
e che rivolga un appello alla comunità internazionale, affinché s’impegni realmente
nello sradicamento della povertà e della fame e promuova il dialogo tra le culture
e le religioni, per alimentare la pace e creare la vera fratellanza universale. In
Russia, i cattolici vedono nell’elezione di un Papa argentino la dimostrazione della
forza della Chiesa nel Paese. “La nomina del cardinal Bergoglio al soglio pontificio
ci dà un altro motivo per essere orgogliosi. La nostra Chiesa, infatti, è universale.
Questo è testimoniato dall’elezione del nuovo Papa”, ha sottolineato il segretario
generale della Confederazione russa dei vescovi cattolici, Igor Kovalevski. (V.C.)