Ogni cardinale si avvicina
lentamente all'altare per esprimere il proprio voto, e dice chiamo il Signore Gesù
Cristo a testimone, il mio voto è dato a colui che secondo la volontà di Dio ritengo
debba essere eletto. Non è un procedimento affrettato, c'è il Giudizio Universale
dipinto da Michelangelo sullo sfondo, si parla un poco a bassa voce, non c'è un rumore
di chiacchiere. Il clima è di raccoglimento, ed è impossibile sottrarsi alla suggestione
del Giudizio universale. Così, grazie ai racconti del cardinale tedesco Karl Lehmann
e del direttore della Sala Stampa Vaticana P. Federico Lombardi, si può ricostruire
il clima che si respira in Sistina durante l'elezione di un Papa. Lehmann lo ha riferito
nei giorni scorsi alla Radiovaticana, raccontando l'esperienza del Conclave del 2005.
Lombardi ha riassunto nel briefing di oggi al media center in Aula paolo VI le emozioni
provate ieri nella Sistina, prima dell'extra omnes, nell'ascoltare le voci
dei cardinali pronunciare il giuramento, con la mano destra sul Vangelo. Ai nostri
microfoni le voci dei fedeli raccolti anche questa mattina in piazza S. Pietro e quella
della teologa Marinella Perroni, docente di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo
Sant'Anselmo sulle aspettative circa il nuovo pontefice: "Io vorrei tanto un Papa
che impedisse l'adulazione nei confronti del personaggio, il che non fa giustizia
alla realtà della Chiesa e la trasforma in qualcos'altro. Lo stile cortigiano non
fa bene alla Chiesa di Dio". (a cura di Antonella Palermo)