P. Spadaro: un semplice comignolo, simbolo delle attese della Chiesa e del mondo intero
Nell'era di Internet, tutto il mondo con il naso all'insù a guardare un comignolo.
E' l'immagine che, da ieri sera, domina su tutti i media internazionali che osservano,
senza perdere un istante, quel piccolo oggetto sul tetto della Sistina. Un semplice
comignolo diventa dunque il simbolo delle speranze dei fedeli di tutto il mondo, mentre
l'attesa per la fumata bianca si è amplificata anche grazie ai social network. Alessandro
Gisotti ne ha parlato con padre Antonio Spadaro, direttore di "Civiltà
Cattolica":
R. – E’ assolutamente
curioso, e in molti l’hanno notato anche in Rete, che l’ambiente digitale, quindi
Internet, ci permette di vedere un comignolo da qualunque posto della Terra anche
grazie al nostro cellulare. E’ un modo, dunque, per essere presenti a quell’evento
e in una modalità che mai avevamo vissuto precedentemente. Prima, c’era chiaramente
il televisore, ma questo richiedeva anche una certa stabilità, il fatto di sintonizzarsi
direttamente. Oggi, invece, siamo addirittura avvisati se qualcosa avviene. Questo
conferma il fatto che la Rete dà forma a desideri antichi, cioè replica forme di condivisione
che l’uomo ha sempre vissuto. Marshall McLuhan nel 1973, quindi già molto tempo fa,
parlando del Magistero della Chiesa nell’era elettronica, ravvisava che le condizioni
che accompagnano il suo esercizio nel XX secolo hanno un’analogia molto forte con
il primo decennio della Chiesa. L’immediatezza della relazione tra cristiani, che
si viveva allora, oggi in qualche modo è vissuta in un mondo in cui le informazioni
si muovono alla velocità della luce. La popolazione del mondo, quindi, e tutti i cristiani
del mondo ora coesistono in uno spazio estremamente piccolo e in un tempo istantaneo.
D.
– Guardare quel comignolo, magari su un tablet, è quasi una metafora, una sintesi
di innovazione e tradizione, che poi è sempre stata nel dna della Chiesa...
R.
– La vera innovazione ha radici antiche e si fonda sulla tradizione. La tradizione
non è da confondere con la conservazione. La tradizione indica i bisogni, i desideri
che l’uomo ha sempre avuto. Quindi, in questo caso, c’è una tensione di attesa, di
desiderio, che è carica anche di grandi speranze. In fondo il Papa è una figura che
vale per l’umanità intera, ma che va anche al di là del tempo, perché nel momento
in cui viene eletto un Pontefice si immaginano già le sfide che dovrà affrontare non
solo nel presente, ma anche nel prossimo futuro.
D – La dimensione dell’attesa,
in questo momento, è straordinaria. A Roma quasi non si sente parlare d’altro, anche
magari passeggiando per le strade o prendendo l’autobus...
R. – E’ come se
questo piccolo comignolo tradizionale fosse in realtà non davanti ai nostri occhi,
ma ai nostri cuori, perché quel fumo di fatto esprime, se vogliamo anche in maniera
potentemente simbolica, proprio per la sua capacità di andare in alto e per il suo
desiderio di una fumata bianca, ciò che l’uomo desidera. Quindi è interessante valutare
la tensione simbolica che questo piccolo comignolo assume.
D. – E questo un
po’ risponde anche a chi magari vorrebbe l’avviso dell’elezione del Papa attraverso
un sms o magari con una dimensione televisiva o digitale e basta...
R. – Il
fatto di replicare questo gesto, quindi di avere anche un avviso tramite dei mezzi
elettronici, in realtà attinge, deve attingere, non può che attingere a quell’elemento
fisico, che è il fumo che esce da quel comignolo. Senza questo si perderebbe la dimensione
di valore, la dimensione simbolica stessa. Direi, quindi, che l’ambiente digitale
o l’ambiente mediatico, in generale, replica, porta quell’evento nelle case, però
quell’evento deve esserci, quell’evento fisico deve esserci.