Tiziano: uomo di fede e primo protagonista dell'arte europea in mostra a Roma
Roma celebra Tiziano. Fino al prossimo 16 giugno alle Scuderie del Quirinale è in
corso la prima grande mostra antologica mai dedicata al grande protagonista della
pittura del Cinquecento dagli anni Trenta del secolo scorso. Esposti circa 40 dipinti,
provenienti dai maggiori musei internazionali, che consentono di ammirare in un'unica
rassegna le tappe salienti di una lunga ed inimitabile carriera: dagli esordi veneziani
alle grandi tele per i dogi fino alle committenze imperiali di Carlo V e Filippo II
d’Asburgo in Spagna. Paolo Ondarza:
“Il
più eccellente di quanti hanno dipinto. I suoi pennelli partorivano espressioni di
vita”. Marco Boschini, noto critico d’arte vissuto nel Seicento descriveva così Tiziano
Vecellio. Due secoli dopo, fu il pittore francese Delacroix ad esaltare il grande
cadorino dicendo “Tutti siamo carne e sangue di Tiziano” a testimonianza di come
costui fece scuola per i secoli successivi, divenendo a pieno titolo il primo grande
protagonista dell’arte europea. Il curatore della mostra Giovanni Villa:
“Tutte
le pitture dei secoli successivi, da Velasquez a Rubens, da Rembrandt, a Goya, ma
anche Gauguin e Cézanne, non avrebbero potuto essere le stesse senza la pittura di
Tiziano”.
Roma dedica per la prima volta al grande artista veneto una monografica,
la prima mostra italiana dal 1935, a raccontare l’intera parabola di Tiziano ripercorrendo
la variegata produzione pittorica: dai soggetti allegorici ai ritratti di Stato.
“Immagini
capaci di sottolineare sia il ruolo del personaggio, quindi la sua effige ufficiale,
ma anche i suoi profondi tormenti interiori”.
Stupefacente la produzione
sacra presente in mostra. Emblematico il martirio San Lorenzo che fonde il colore
della fase giovanile al monocromo della produzione tarda:
“Tiziano ci dà
degli uomini che hanno tutta la forza, la potenza di Michelangelo, in una scenografia
che ha quanto di più teatrale e moderno ci sia. Sulla sinistra, vediamo un palazzo
palladiano che trascolora verso le architetture veneziane illuminate a candele; poi
uno squarcio di luce che apre il cielo turbinoso al di sopra del santo illuminandolo
in controluce, tutto giocato con gli effetti dei tizzoni ardenti che lo stanno bruciando”.
Drammatiche
le rappresentazioni del Cristo, da Tiziano dipinto, ma prima ancora pregato e contemplato.
Esposto eccezionalmente alle scuderie il Crocifisso della sagrestia dell’Escorial,
capolavoro voluto da Carlo V, inaccessibile al grande pubblico se non una volta l’anno
nell’ultima domenica di settembre.
“Un’immagine in cui tutta la natura risponde
al sacrificio di Cristo. Vediamo questo Cristo solitario sul monte cui si rivolge,
il teschio di Adamo e dietro di lui, uno stupefacente cielo che arrossa, spaccato
da un lato da un fulmine e dall’altro, da una mezza luna che sta sorgendo e che simboleggia
una rinascita. Immagini come queste non possono essere fatte che da una persona di
grande fede e grande consapevolezza”.
Magistrale infine Tiziano nello scavo
psicologico e nella resa realistica del ritratto di Papa Paolo III senza camauro.
“Un volto in cui lo scavo introspettivo di Tiziano raggiunge vertici assoluti.
Dà tutto il senso di questo personaggio tormentato, ma anche fortemente legato al
proprio ruolo”.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al prossimo 16 giugno.