2013-03-10 12:55:22

P. Federico Lombardi: il senso del Conclave nella prospettiva della fede


Cresce l’attesa nella Chiesa raccolta in preghiera per l’elezione del nuovo Papa. Sul significato di questo evento, anzitutto nella prospettiva della fede, ascoltiamo un editoriale del nostro direttore padre Federico Lombardi:RealAudioMP3

I cardinali hanno deciso a larghissima maggioranza la data del Conclave per martedì prossimo. Si sentono quindi pronti per affrontare il passo decisivo dell’elezione del nuovo Papa. Le riflessioni in comune nelle Congregazioni, le informazioni scambiate fra loro, i dialoghi per formarsi un giudizio personale e responsabile sulle persone più adatte per il grande compito sono quindi ormai arrivati a un primo stadio di maturazione. Da martedì il discernimento diventerà ancora più impegnativo, perché con gli scrutini si affronterà in certo senso la “misura” del consenso che si potrà raggiungere su alcune persone concrete. E si andrà avanti fino alla scelta.

Impressionante, se si pensa alla responsabilità di per sé sovrumana che verrà accollata sulle spalle di un uomo! Non si tratta solo di governare bene un’istituzione complessa, ma ben più di orientare il cammino religioso, spirituale, morale, della comunità di credenti più numerosa e diffusa nei diversi continenti e osservata con attenzione – con attesa positiva, ma a volte anche con atteggiamento negativo – da moltissimi nostri contemporanei in ricerca del senso della loro esistenza. Il Vangelo va annunciato attraverso i tempi, per la salvezza di tutti, fino ai confini della terra.

Il Conclave è quindi un evento il cui senso può essere compreso veramente, e che può essere vissuto serenamente, solo nella prospettiva della fede. I due protagonisti dei precedenti Conclavi ce ne hanno dato una testimonianza intensa e indimenticabile. Papa Wojtyla contemplava il Giudizio di Michelangelo nel suo poema “Trittico romano”: “Tutte le cose sono nude e aperte davanti agli occhi di Dio”, “trasparenza degli eventi, trasparenza delle coscienze”. “Tu che penetri tutto – indica!”. “Lui additerà”. E il futuro Papa Ratzinger commentava: “L’eredità delle chiavi lasciate a Pietro… Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l’immensa responsabilità in quei giorni”.

Ora, colui che con la sua straordinaria rinuncia ha condotto i cardinali a varcare ancora una volta la soglia della Sistina per discernere davanti alla storia a quali mani affidare le chiavi, è con tutti noi, silenziosamente ma più profondamente e consapevolmente di tutti noi, in preghiera: “Spirito di Dio, tu che tutto penetri – indica!”.







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