Pakistan: estremisti musulmani attaccano quartiere cristiano, feriti anche bambini
Nuova fiammata di violenze anticristiane in Pakistan: a Lahore una folla di estremisti
islamici ha incendiato un centinaio di case della locale comunità cristiana, per ritorsione
contro Savan Masih, un cristiano accusato di aver insultato il Profeta Maometto, successivamente
arrestato dalla polizia. Un presunto caso di blasfemia che anche i media pakistani
definiscono falso. Sull’accaduto è intervenuto anche l’amministratore apostolico di
Lahore, il vescovo Sebastian Shaw, che ha condannato l’episodio. Marco Guerra ha intervistato
il prof. Shahid Mobeen, fondatore dell’Associazione dei cristiani pakistani in Italia:
R. - Tutto è
iniziato ieri sera quando il cristiano Savan Masi ha litigato con un cittadino musulmano
del Pakistan. Non si sanno le ragioni precise, ma sembra che sia stato accusato di
blasfemia. Stamattina, invece, un gruppo di cittadini di Lahore ha attaccato l’intero
quartiere, bruciando le case. Sono state ferite più di 100 persone, 37 si trovano
in ospedale e tre sono bambini, che secondo i dati dell’ospedale hanno ustioni sul
7% del corpo, anche nelle parti intime.
D. – Si tratta dell’ennesimo caso
di un abuso dell’applicazione della legge sulla blasfemia...
R. – Sì, perché
il popolo pakistano, di qualsiasi regione esso sia, è profondamente religioso e non
commetterebbe blasfemia nei confronti di alcuna figura religiosa, a prescindere dall’islam
che è la religione della maggioranza e si sa quali tipi di reazione si va a causare.
D.
– A che punto è la campagna per l’abolizione della blasfemia?
R. – Sembra che
per ora si è rinunciato all’idea di abolire la legge sulla blasfemia, ma si è costituito
un comitato misto di ulema sunniti e sciiti, ed anche altre figure di minoranze religiose
del Pakistan, per poter studiare una strategia affinché si possa evitare l’abuso di
questa legge.