Kenyatta nuovo presidente del Kenya ma lo sfidante Odinga annuncia il ricorso
Nel giorno della proclamazione del nuovo presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, l’altro
candidato, l’ex primo ministro Raila Odinga, annuncia il ricorso. Kenyatta, che ha
vinto per un soffio le presidenziali che si sono svolte il 4 marzo, è accusato dalla
Corte penale internazionale di crimini contro l'umanità. Lo sconfitto Odinga, che
promette sfida in tribunale, afferma che il livello “delle carenze nel sistema rende
molto difficile credere che sia un risultato credibile”. Dopo le estenuanti operazioni
di scrutinio, dunque c’è il rischio di nuove tensioni. Fausta Speranza ne ha
parlato con Aldo Pigoli, docente di storia dell’Africa contemporanea all’Università
Cattolica di Milano:
R. – In molti
si attendono un’evoluzione carica di tensioni e anche di violenza a livello locale.
Il Paese appare frammentato soprattutto in questo momento elettorale. Tuttavia questa
frammentazione, questa rivalità, che ha carattere etnico-tribale, è molto meno marcata
cioè si manifesta molto meno in momenti diversi da quelli elettorali. Chiaramente,
l’elemento della politicizzazione qui è evidente e prende corpo prima e dopo l’annuncio
dei risultati elettorali da parte della Commissione nazionale o comunque delle autorità
adibite a questo compito.
D. – Ci dice qualcosa di più su Kenyatta, accusato
di crimini contro l’umanità?
R. – La comunità internazionale si è un po’ schierata
- soprattutto l’ex madrepatria coloniale, la Gran Bretagna - contro Kenyatta proprio
in ragione di questa condanna da parte della Corte Penale internazionale, per crimini
contro l’umanità, in particolar modo relativi a quello che è successo nel periodo
2007-2008, a cavallo delle precedenti elezioni presidenziali. Kenyatta è un personaggio
controverso, ha alle spalle la figura importante, fondamentale per la storia del Kenya,
di Jomo Kenyatta, il padre fondatore dello Stato indipendente del Kenya, figura di
spicco in quello che è l’immaginario collettivo africano: rappresenta l’indipendenza
dal colonialismo, l’emancipazione. Kenyatta è riuscito, però, anche a livello personale,
a crearsi un’immagine politica indipendente e autorevole, ed è riuscito a superare
in qualche modo la frammentazione politica del Paese ottenendo un risultato significativo
alle elezioni. Almeno fino a prova contraria, poi si vedrà quello che succederà nei
prossimi giorni. Quindi, è sicuramente una figura di spicco nel Paese. Però, ha la
macchia di questo suo passato che è stato sanzionato a livello internazionale dalla
Corte Penale di Giustizia.
D. – Invece, che cosa dire di Odinga?
R.
– Odinga è ex premier e questa è, come dire, la testimonianza di un livello di democraticità
che magari non ci si aspetterebbe. Di solito si pensa che in Africa chi ha il controllo
delle istituzioni riesca a manipolare le elezioni a suo favore, invece questo non
è avvenuto o, se è avvenuto, la manipolazione è avvenuta al contrario, almeno per
quanto dicono i sostenitori di Odinga. Odinga è un’altra figura di grande politico,
con una carriera anche di leader di diversi ministeri e istituzioni, in passato, oltre
al recente incarico di primo ministro. E’ un personaggio che è riuscito a mettere
assieme la diversità etnica per trovare sostegno – ampio sostegno – per la sua coalizione.
Anche qui è un esempio dell’assenza di una corrispondenza diretta tra appartenenza
etnica e voto politico. Lui è riuscito un po’ trasversalmente a raccogliere i vari
voti. Prima di questo esito ci si aspettava una violenza più forte nel caso avesse
vinto Odinga e fosse stato Kenyatta a contestare le elezioni; ora, bisognerà vedere
anche la capacità, il senso di responsabilità di Odinga, al di là di quello che emergerà
dalle indagini che verranno fatte. Bisogna anche ricordare un aspetto centrale di
queste elezioni: avrebbero dovuto essere caratterizzate da un elevato impatto della
tecnologia informatica per il voto. Invece, il fallimento di questa tecnologia, che
ha portato anche a più di un problema in vari collegi elettorali, ha fatto emergere
il dubbio che ci siano stati brogli e che siano state distrutte o manipolate numerose
schede. Quindi, vedremo un po’ quello che succederà nei prossimi giorni.