2013-03-09 16:32:46

Kenyatta nuovo presidente del Kenya ma lo sfidante Odinga annuncia il ricorso


Nel giorno della proclamazione del nuovo presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, l’altro candidato, l’ex primo ministro Raila Odinga, annuncia il ricorso. Kenyatta, che ha vinto per un soffio le presidenziali che si sono svolte il 4 marzo, è accusato dalla Corte penale internazionale di crimini contro l'umanità. Lo sconfitto Odinga, che promette sfida in tribunale, afferma che il livello “delle carenze nel sistema rende molto difficile credere che sia un risultato credibile”. Dopo le estenuanti operazioni di scrutinio, dunque c’è il rischio di nuove tensioni. Fausta Speranza ne ha parlato con Aldo Pigoli, docente di storia dell’Africa contemporanea all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – In molti si attendono un’evoluzione carica di tensioni e anche di violenza a livello locale. Il Paese appare frammentato soprattutto in questo momento elettorale. Tuttavia questa frammentazione, questa rivalità, che ha carattere etnico-tribale, è molto meno marcata cioè si manifesta molto meno in momenti diversi da quelli elettorali. Chiaramente, l’elemento della politicizzazione qui è evidente e prende corpo prima e dopo l’annuncio dei risultati elettorali da parte della Commissione nazionale o comunque delle autorità adibite a questo compito.

D. – Ci dice qualcosa di più su Kenyatta, accusato di crimini contro l’umanità?

R. – La comunità internazionale si è un po’ schierata - soprattutto l’ex madrepatria coloniale, la Gran Bretagna - contro Kenyatta proprio in ragione di questa condanna da parte della Corte Penale internazionale, per crimini contro l’umanità, in particolar modo relativi a quello che è successo nel periodo 2007-2008, a cavallo delle precedenti elezioni presidenziali. Kenyatta è un personaggio controverso, ha alle spalle la figura importante, fondamentale per la storia del Kenya, di Jomo Kenyatta, il padre fondatore dello Stato indipendente del Kenya, figura di spicco in quello che è l’immaginario collettivo africano: rappresenta l’indipendenza dal colonialismo, l’emancipazione. Kenyatta è riuscito, però, anche a livello personale, a crearsi un’immagine politica indipendente e autorevole, ed è riuscito a superare in qualche modo la frammentazione politica del Paese ottenendo un risultato significativo alle elezioni. Almeno fino a prova contraria, poi si vedrà quello che succederà nei prossimi giorni. Quindi, è sicuramente una figura di spicco nel Paese. Però, ha la macchia di questo suo passato che è stato sanzionato a livello internazionale dalla Corte Penale di Giustizia.

D. – Invece, che cosa dire di Odinga?

R. – Odinga è ex premier e questa è, come dire, la testimonianza di un livello di democraticità che magari non ci si aspetterebbe. Di solito si pensa che in Africa chi ha il controllo delle istituzioni riesca a manipolare le elezioni a suo favore, invece questo non è avvenuto o, se è avvenuto, la manipolazione è avvenuta al contrario, almeno per quanto dicono i sostenitori di Odinga. Odinga è un’altra figura di grande politico, con una carriera anche di leader di diversi ministeri e istituzioni, in passato, oltre al recente incarico di primo ministro. E’ un personaggio che è riuscito a mettere assieme la diversità etnica per trovare sostegno – ampio sostegno – per la sua coalizione. Anche qui è un esempio dell’assenza di una corrispondenza diretta tra appartenenza etnica e voto politico. Lui è riuscito un po’ trasversalmente a raccogliere i vari voti. Prima di questo esito ci si aspettava una violenza più forte nel caso avesse vinto Odinga e fosse stato Kenyatta a contestare le elezioni; ora, bisognerà vedere anche la capacità, il senso di responsabilità di Odinga, al di là di quello che emergerà dalle indagini che verranno fatte. Bisogna anche ricordare un aspetto centrale di queste elezioni: avrebbero dovuto essere caratterizzate da un elevato impatto della tecnologia informatica per il voto. Invece, il fallimento di questa tecnologia, che ha portato anche a più di un problema in vari collegi elettorali, ha fatto emergere il dubbio che ci siano stati brogli e che siano state distrutte o manipolate numerose schede. Quindi, vedremo un po’ quello che succederà nei prossimi giorni.







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