2013-03-09 16:27:49

Fitch declassa l'Italia e Napolitano torna a sollecitare la formazione del nuovo governo


Alla chiusura settimanale delle borse, Fitch ha tagliato il rating dell'Italia a BBB+, un’iniziativa che riflette – si legge nella nota dell’agenzia – il “risultato inconcludente delle elezioni italiane”. E mentre permane la distanza e lo stallo nel confronto tra le principali forze politiche, il presidente della Repubblica Napolitano esorta l’Italia a darsi un nuovo governo. Sulla stessa linea il presidente di Confindustria Squinzi che chiede “al più presto un esecutivo che dia stabilità”. Marco Guerra ha chiesto a Carlo Altomonte, docente di economia politica alla Bocconi, quali ripercussioni sull’economia può avere un’instabilità prolungata:RealAudioMP3

R. – Quello che è importante per i mercati è che ci sia l’assicurazione che l’Italia continui sulla rotta di forma e di consolidamento fiscale, tracciata dal precedente governo. Quanto più questa rotta sembra in qualche modo messa in discussione dagli eventi politici, tanto più le agenzie di rating si preoccupano. Il vantaggio è che per il momento questo, se vogliamo, è un avvertimento e non è ancora un’azione con conseguenze operative.

D. – Dobbiamo aspettarci nuovi attacchi speculativi sui mercati come quelli avvenuti nel 2012?

R. – Penso di no. In questo momento le agenzie di rating stanno cercando di capire se l’Italia si avvierà verso un governo stabile che prosegue l’agenda di riforme. Nel momento in cui questa certezza non dovesse essere messa in discussione non succederà niente, tant’è che in questi giorni la Borsa sta andando bene, a seguito di quella americana, e lo spread è altamente sotto controllo. In più rispetto al 2012 c’è indubbiamente una volontà politica da parte dell’Unione europea di porre fine alla crisi grazie agli interventi della Banca centrale europea. Da questo punto di vista, per il momento, mi sembra abbastanza lontano il problema del rischio di un attacco speculativo.

D. – Per quanto riguarda l’economia reale è prevista una contrazione del Pil dell’1,8 nel 2013. Un governo stabile può invertire la spirale della recessione e della disoccupazione?

R. - Un governo stabile potrebbe negoziare con Bruxelles un allentamento dell’austerità. Noi dovremmo continuare a mantenere avanzi primari del 4 - 4,5 per cento nei prossimi anni per portare verso il basso il rapporto debito-Pil. Potremmo, tuttavia, avviare un percorso concordato con i partner, che ci consentano minori velocità di aggiustamento: significherebbe 7, 8, 10 miliardi all’anno da liberare per la crescita e la riduzione del carico fiscale.

D. – Draghi ha rassicurato i mercati parlando di un’Italia con il “pilota automatico”. Il caso del Belgio ci dice che è possibile stare senza esecutivo anche per più di un anno…

R. –Il “pilota automatico” cui si riferisce Draghi è il fiscal compact, cioè il patto fiscale che abbiamo firmato in cui si dice: questi sono gli impegni che l’Italia ha preso, che il parlamento ha votato e che continueranno a essere onorati da qualunque governo che verrà in futuro. Per il momento, la ragione per cui non vediamo attacchi speculativi, la ragione per cui tutto sommato i mercati sono tranquilli, è che sono tutti convinti che il pilota automatico porterà l’Italia verso il consolidamento fiscale a cui l’Italia stessa si è impegnata. Resta però la sfida di avere un governo che guidi, perché bisogna tenere la rotta ma bisogna anche evitare le buche. In questo senso è opportuno avere un governo che consenta di rimodulare spesa e carico fiscale e nello stesso tempo migliorare le condizioni di crescita e occupazione del Paese.







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