Sfruttamento di minori e traffico di esseri umani nella denuncia di mons. Tomasi all’Onu
Schiavitù, prostituzione infantile, pedopornografia crescono nel mondo e la maggior
parte delle vittime sono donne: lo ha ricordato mons. Silvano Tomasi, osservatore
permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenendo alla 22.ma
sessione del Consiglio dei Diritti Umani. Almeno 136 nazionalità in 118 Paesi sono
colpite a diverso titolo dal drammatico fenomeno del traffico di esseri umani. La
maggior parte delle vittime sono donne, circa il 60%, ma ci sono anche tanti bambini.
E purtroppo il numero dei minori cresce in modo allarmante: è passato in 3 anni dal
20% al 27%. L’inaccettabile traffico di esseri umani, che comporta il lavoro forzato
e lo sfruttamento sessuale, frutta ai mercanti di schiavitù miliardi e miliardi di
dollari all’anno. Mons. Tomasi ricorda che in molti Paesi lo sfruttamento dei bambini
è possibile per una situazione di estrema debolezza legislativa e dunque incoraggia
a livello internazionale a fare pressione perché tutti i Paesi abbiano normative adeguate
contro il traffico di esseri umani e poi chiede forme più incisive di cooperazione
regionale per il rispetto dei diritti umani. Ma nello stesso tempo mons. Tomasi sottolinea
come il crescere dell’organizzazione internazione della “offerta” sia dovuta al crescere
drammatico della “domanda” e che dunque bisogna anche agire per un’azione forte contro
coloro che potremmo definire i “consumatori”, coloro che pagano per inaccettabili
prestazioni sessuali. E’ necessario combattere impunità e corruzione che sono dietro
a tali fenomeni. E poi una raccomandazione di mons.Tomasi in considerazione delle
vittime: è fondamentale assicurare forme di assistenza a chi ha subito schiavitù sul
lavoro o schiavitù sessuale per creare le condizioni per riportarle a una vita dignitosa
all’interno della società. Dopo aver raccomandato l’impegno sul piano legislativo,
però, Mons.Tomasi ricorda che non può essere tutto risolto attraverso le normative:
bisogna anche combattere la cultura che spinge a comportamenti indegni e bisogna combattere
la povertà che porta tanti alla disperazione di vendere il proprio corpo o addirittura
i propri figli. (F.S.)