2013-03-08 15:59:38

Chiara Amirante: in preghiera per una grande Pentecoste, il mondo ha bisogno di Santi


Tutta la Chiesa si sta preparando spiritualmente all’elezione del nuovo Papa: parrocchie, movimenti e associazioni, laici e religiosi, stanno seguendo con grande partecipazione questo momento importante della vita ecclesiale. Sergio Centofanti ha intervistato Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti:RealAudioMP3

R. - Stiamo vivendo in preghiera, invocando lo Spirito Santo e pregando perché sia un momento anche di grande Pentecoste per tutta la Chiesa, ma soprattutto cercando di fare tesoro di questo grande insegnamento che Benedetto XVI ci ha dato con questo gesto inatteso per tutti noi. E’ stato un insegnamento perché in un mondo dove si vive di attivismo, di volercela sempre fare a tutti i costi, di voler sempre risolvere i problemi con le proprie forze, vedere una figura gigante come Papa Benedetto - che decide di dare le dimissioni, ma non certo, come ha detto lui, per scendere dalla Croce, ma per servire la Chiesa nella preghiera - ci ricorda questa grande forza che viene dal riconoscere la propria debolezza e le proprie fragilità. Proprio su queste fragilità e debolezza, il Signore manifesta la sua potenza e soprattutto ci ricorda che è solo una la cosa necessaria: la preghiera. Quindi, l’importanza di immergerci in questa dimensione contemplativa della vita, sapendo che con la preghiera si spostano le montagne.

D. – Quali nuovi orizzonti vedete per la Chiesa?

R. – Saranno quelli che lo Spirito Santo, ancora una volta, ci dischiuderà. Certamente, non possiamo non prendere atto che sono tempi molto difficili per tutta l’umanità, dove il consumismo, l’edonismo, l’egocentrismo, il narcisismo, stanno portando terribili frutti di morte nelle nuove generazioni, che si manifestano in cifre statistiche preoccupanti da tutti i punti di vista. Però, i nuovi orizzonti che pensiamo - e che lo Spirito Santo ci dischiude - sono orizzonti di santità della Chiesa, per cui: se è vero che fa sempre più rumore l’albero che cade della foresta che cresce, è anche vero che c’è un fiorire di tanti carismi e di tanti Santi silenziosi che portano avanti questa meravigliosa notizia del Vangelo.

D. – Di cosa ha bisogno oggi la Chiesa per comunicare in modo più efficace il Vangelo all’uomo di oggi?

R. – C’è bisogno di Santi. Torniamo proprio a quella che è la semplicità e la radicalità del messaggio evangelico che riscopriamo essere il cuore della nostra chiamata: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Anche portare questo grande annuncio che Cristo è risorto, che Cristo ha vinto la morte. Oggi sembra regnare una cultura di morte, forse noi cristiani facciamo ancora troppo poco tesoro di quello che è il grande segreto che il Signore della creazione ci ha dato: il segreto della pienezza della gioia. Per cui, credo che ci sia un urgente bisogno di riscoprire questa chiamata alla santità, ma anche questa chiamata a vivere “come in cielo, così in terra”, questa chiamata a vivere questa pienezza di gioia, pienezza di vita e di pace che Cristo è venuto a donarci, che è costata il suo Sangue, e di cui il mondo ha un infinito bisogno.

D. – Nella tua esperienza, anche presso la tua comunità, quali segni di speranza vedi?

R. – Nella mia comunità segni di speranza ce ne sono tantissimi, perché ogni giorno ho la grazia di poter contemplare veramente i miracoli che Cristo risorto opera quando gli apriamo anche solo uno “spiraglietto” del cuore. Vedo migliaia e migliaia di giovani che sono arrivati in comunità, veramente con la morte e la disperazione nel cuore, senza più alcuna speranza, senza più voglia di vivere, anzi voglia solo di morire, che proprio per aver provato semplicemente a vivere il Vangelo – e ci hanno provato perché hanno visto altri giovani “risorti” - hanno detto: “se ha funzionato con loro, magari funziona anche con noi…”. Gli orizzonti di speranza sono proprio questo aver visto in pochi anni, in questo popolo della notte che viveva di espedienti, viveva di violenze, di droga, di spaccio, diventare 300 mila “cavalieri della luce”, che prendono un impegno a vivere il Vangelo e a testimoniare la gioia di Cristo risorto; a provare ad impegnarsi e a vivere questa rivoluzione dell’amore che silenziosamente può rinnovare questa società. Questo è un grande segno di speranza e questo è meraviglioso.







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