Chiara Amirante: in preghiera per una grande Pentecoste, il mondo ha bisogno di Santi
Tutta la Chiesa si sta preparando spiritualmente all’elezione del nuovo Papa: parrocchie,
movimenti e associazioni, laici e religiosi, stanno seguendo con grande partecipazione
questo momento importante della vita ecclesiale. Sergio Centofanti ha intervistato
Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti:
R. - Stiamo
vivendo in preghiera, invocando lo Spirito Santo e pregando perché sia un momento
anche di grande Pentecoste per tutta la Chiesa, ma soprattutto cercando di fare tesoro
di questo grande insegnamento che Benedetto XVI ci ha dato con questo gesto inatteso
per tutti noi. E’ stato un insegnamento perché in un mondo dove si vive di attivismo,
di volercela sempre fare a tutti i costi, di voler sempre risolvere i problemi con
le proprie forze, vedere una figura gigante come Papa Benedetto - che decide di dare
le dimissioni, ma non certo, come ha detto lui, per scendere dalla Croce, ma per servire
la Chiesa nella preghiera - ci ricorda questa grande forza che viene dal riconoscere
la propria debolezza e le proprie fragilità. Proprio su queste fragilità e debolezza,
il Signore manifesta la sua potenza e soprattutto ci ricorda che è solo una la cosa
necessaria: la preghiera. Quindi, l’importanza di immergerci in questa dimensione
contemplativa della vita, sapendo che con la preghiera si spostano le montagne.
D.
– Quali nuovi orizzonti vedete per la Chiesa?
R. – Saranno quelli che lo Spirito
Santo, ancora una volta, ci dischiuderà. Certamente, non possiamo non prendere atto
che sono tempi molto difficili per tutta l’umanità, dove il consumismo, l’edonismo,
l’egocentrismo, il narcisismo, stanno portando terribili frutti di morte nelle nuove
generazioni, che si manifestano in cifre statistiche preoccupanti da tutti i punti
di vista. Però, i nuovi orizzonti che pensiamo - e che lo Spirito Santo ci dischiude
- sono orizzonti di santità della Chiesa, per cui: se è vero che fa sempre più rumore
l’albero che cade della foresta che cresce, è anche vero che c’è un fiorire di tanti
carismi e di tanti Santi silenziosi che portano avanti questa meravigliosa notizia
del Vangelo.
D. – Di cosa ha bisogno oggi la Chiesa per comunicare in modo
più efficace il Vangelo all’uomo di oggi?
R. – C’è bisogno di Santi. Torniamo
proprio a quella che è la semplicità e la radicalità del messaggio evangelico che
riscopriamo essere il cuore della nostra chiamata: “Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Anche portare questo grande
annuncio che Cristo è risorto, che Cristo ha vinto la morte. Oggi sembra regnare una
cultura di morte, forse noi cristiani facciamo ancora troppo poco tesoro di quello
che è il grande segreto che il Signore della creazione ci ha dato: il segreto della
pienezza della gioia. Per cui, credo che ci sia un urgente bisogno di riscoprire questa
chiamata alla santità, ma anche questa chiamata a vivere “come in cielo, così in terra”,
questa chiamata a vivere questa pienezza di gioia, pienezza di vita e di pace che
Cristo è venuto a donarci, che è costata il suo Sangue, e di cui il mondo ha un infinito
bisogno.
D. – Nella tua esperienza, anche presso la tua comunità, quali segni
di speranza vedi?
R. – Nella mia comunità segni di speranza ce ne sono tantissimi,
perché ogni giorno ho la grazia di poter contemplare veramente i miracoli che Cristo
risorto opera quando gli apriamo anche solo uno “spiraglietto” del cuore. Vedo migliaia
e migliaia di giovani che sono arrivati in comunità, veramente con la morte e la disperazione
nel cuore, senza più alcuna speranza, senza più voglia di vivere, anzi voglia solo
di morire, che proprio per aver provato semplicemente a vivere il Vangelo – e ci hanno
provato perché hanno visto altri giovani “risorti” - hanno detto: “se ha funzionato
con loro, magari funziona anche con noi…”. Gli orizzonti di speranza sono proprio
questo aver visto in pochi anni, in questo popolo della notte che viveva di espedienti,
viveva di violenze, di droga, di spaccio, diventare 300 mila “cavalieri della luce”,
che prendono un impegno a vivere il Vangelo e a testimoniare la gioia di Cristo risorto;
a provare ad impegnarsi e a vivere questa rivoluzione dell’amore che silenziosamente
può rinnovare questa società. Questo è un grande segno di speranza e questo è meraviglioso.