Benedetto XVI: storia del cristianesimo diversa senza la presenza delle donne
Senza il contributo delle donne, la storia del Cristianesimo sarebbe stata ben diversa.
È la constatazione che alcuni anni fa Benedetto XVI fece durante un’udienza generale.
Nel giorno della festa della donna, Alessandro De Carolis ripropone in questo
servizio alcune delle riflessioni del Papa emerito dedicate al “genio femminile” e
alla sua incidenza nella Chiesa e nella società:
Nazareth e Magdala,
Assisi e Siena, Avila e Lisieux, e l’elenco potrebbe continuare in lungo nella storia
e in largo nella geografia. Anche a un orecchio con poca dimestichezza delle cose
di Chiesa i nomi di queste città suggeriscono abbastanza facilmente un rimando ad
altri nomi e volti. Maria la “beata fra le donne” e la Maria redenta da un amore più
grande del suo passato. La Chiara “sorella” spirituale del “Giullare di Dio” e la
Caterina analfabeta che parlò ai re e spronò i Papi. La Teresa grande contemplativa
e la Teresa della “piccola via”. Cosa ne sarebbe stato della Chiesa senza loro e senza
le altre migliaia, straordinarie figure di donna, sante note o sconosciute, che da
duemila anni testimoniano Cristo? Una domanda che non ha mai lasciato dubbi a Benedetto
XVI: “La storia del Cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se
non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne. Per questo, come ebbe a scrivere
il mio venerato e caro predecessore Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Mulieris
dignitatem, ‘la Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna…
La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del ‘genio’ femminile apparse nel
corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni”. (Udienza generale, 14 febbraio
2007) Donne, madri, laiche o religiose. Benedetto XVI nel 2010 dedicò alle
figure femminili del Medioevo cristiano catechesi indimenticabili. E non si è risparmiato
quando la figura della donna, in tempi decisamente più recenti, è stata gradualmente
risucchiata da certe, come ebbe a dire, “correnti culturali e politiche che cercano
di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte
nella natura umana considerandole una costruzione culturale”:
“È necessario
richiamare il disegno di Dio che ha creato l'essere umano maschio e femmina, con un’unità
e allo stesso tempo una differenza originaria e complementare”. (Discorso per i 20
anni della Mulieris Dignitatem, 9 febbraio 2008)
E
nemmeno si è risparmiato, Benedetto XVI, nel denunciare quei luoghi e quelle culture
dove, ha detto…
“…la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo
fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni
familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano
atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e
di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento”.
Ricordare
la donna, quindi, ricordare la festa dell’8 marzo, vuol dire questo per i cristiani
e la Chiesa:
“Riflettere sulla condizione della donna e a rinnovare l’impegno,
perché sempre e dovunque ogni donna possa vivere e manifestare in pienezza le proprie
capacità ottenendo pieno rispetto per la sua dignità”. (Angelus, 8 marzo 2009)