Zimbabwe: tra gli osservatori al referendum anche i vescovi africani
“Elezioni pacifiche, senza violenze e intimidazioni sono componente essenziale della
costruzione della nazione”: lo hanno sottolineato i vescovi dell’Africa australe,
annunciando l’invio di una loro delegazione per monitorare la correttezza del referendum
costituzionale e del voto politico in programma nello Zimbabwe. Delle consultazioni,
la prima delle quali prevista il 16 marzo, si è discusso ad Harare durante una riunione
alla quale hanno partecipato vescovi di Angola, Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia,
Sao Tomé e Principe, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe. “Come vescovi – si legge in
un testo diffuso al termine dell’incontro e ripreso dall'agenzia Misna – desideriamo
dare il nostro contributo a consultazioni pacifiche proponendoci come osservatori
d’intesa con la commissione elettorale competente”. Il presupposto è la necessità
di un impegno comune affinché il referendum e soprattutto le elezioni legislative
e presidenziali previste nei prossimi mesi non sfocino in violenze e abusi come accaduto
in occasione del voto del 2008. “Elezioni democratiche – sottolineano i vescovi –
dovrebbero essere un’alternativa non violenta a una lotta violenta per il potere e
alla guerra civile”. Nel documento si ricorda come i leader politici dello Zimbabwe,
anzitutto il presidente Robert Mugabe e il primo ministro Morgan Tsvangirai, abbiano
sottolineato pubblicamente che la violenza non può essere una soluzione. Dichiarazioni
incoraggianti, suggeriscono i vescovi, anche perché “la pace e la stabilità dello
Zimbabwe contribuiranno alla pace e alla stabilità di tutta l’Africa australe”. Nella
nota si sottolinea infine come la Chiesa “sia presente nella politica ma non sostenga
partiti”. Una linea espressa anche nella posizione assunta in merito alla bozza di
Costituzione oggetto del referendum. “La Chiesa – scrivono i vescovi – sostiene la
costruzione di uno Stato libero e democratico che abbia una Carta fondamentale basata
sulla dignità umana, i diritti e i doveri dei cittadini”. (R.P.)