Le sfide per il Papa che verrà: "Indifferenza religiosa, testimonianza, comunicazione"
L'11 febbraio, Benedetto
XVI, comunicando la sua rinuncia al pontificato, ha descritto il mondo di oggi come
"soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la
vita della fede". Proviamo dunque ad immaginare quali sono queste questioni, con
le quali dovrà confrontarsi il prossimo pontefice. "La prima vera sfida che va
messa al centro delle preoccupazioni della Chiesa, soprattutto occidentale, oggi -
per il teologo Giannino Piana - è la secolarizzazione". "E una
crisi che tende a togliere dalla coscienza dell'uomo quei presupposti antropologici
che sono i presupposti della fede, come il senso del mistero, del gratuito, della
solidarietà, su cui si innesta la domanda religiosa e quindi la possibilità di accogliere
il Vangelo". "Per rendere la Chiesa comunità di salvezza per l'intero genere umano
- spiega Piana - bisogna, innanzitutto, dare significati nuovi al messaggio evangelico,
cercando di far emergere nei linguaggi odierni quel bisogno di trascendenza che è
fondamentale per ridare rilevanza al cristianesimo. Poi la Chiesa deve rinnovare
la sua testimonianza del messaggio evangelico, scegliendo stili di vita conformi al
Vangelo, che testimonino valori alternativi ai disvalori che la società ci propone".
"Oggi si avverte forte il bisogno di purificare i vertici della Chiesa dalle contro-testimonianze
degli scandali pedofilia e vatileaks - aggiunge il teologo - ma la vera testimonianza
la Chiesa è chiamata a darla liberandosi da una cultura del passato fatta di ostentazioni
esteriori, tornando alla radicalità evangelica e alla povertà, non solo economica
ma anche di potere". "Tra le principali sfide per il papa che verrà c'è il fatto
che Dio sembra essere ininfluente per la società odierna, così ci ha insegnato Benedetto
XVI" aggiunge il vaticanista Gianfranco Svidercoschi. "Ai tempi di Giovanni
Paolo II c'era un ateismo che negava Dio, oggi c'è un'indifferenza che è molto più
pericolosa". "Quindi - spiega Svidercoschi - c'è l'esigenza della nuova evangelizzazione,
che comprende quella del nuovo annuncio nell'Europa in pericolo di scristianizzazione,
annuncio che si fa con la testimonianza pubblica della propra fede". "C'è il problema
di strutture che vanno rinnovate in un mondo caratterizzato da forte mobilità umana,
dove la fede non è più ereditata per tradizione familiare, ma viene scelta". "Ma c'è
anche la necessità di riprendere l'attuazione del Concilio, rivisitando i tre punti
della 'Lumen gentium', 'chiesa mistero', 'chiesa popolo di Dio', 'chiesa collegiale',
che impongono di riequilibrare la Chiesa rispetto al passato. E infine credo che la
mancanza di comunicazione sia alla base della mancanza di comunione che si avverte
oggi nella Chiesa". (Interviste di Fabio Colagrande)