Usa: il caso della neonata affetta da Hiv, forse nuove speranze per cure infantili
Presentato ad Atalanta, in occasione della conferenza “Retroviruses and Opportunistic
Infection (Croi)”, il caso di una bambina, nata sieropositiva, che sembrerebbe essere
guarita dall’Hiv. Un evento che apre prospettive positive anche se gli esperti invitano
alla prudenza. Il servizio di Valeria Cipollone:
Dopo Timothy
Brown, noto come il “paziente di Berlino”, questo potrebbe essere il secondo caso
al mondo di guarigione dall’Hiv. Nel Mississippi, una neonata sieropositiva ha ricevuto
cure intensive con farmaci antiretrovirali già a 30 ore dalla nascita. I livelli del
virus si sono gradualmente abbassati fino a scomparire 29 giorni dopo l’inizio dei
trattamenti. Oggi, la bambina ha due anni e mezzo e sembrerebbe essere guarita. Per
il prof.Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive
dell’Istituto superiore di Sanità, meglio non trarre delle conclusioni affrettate:
"Una
rondine non fa primavera, quindi un caso non ci può dare un messaggio troppo generalizzabile.
Servono più studi, più osservazioni per trarre delle conclusioni definitive".
Questo
caso potrebbe comunque rappresentare un passo in avanti per la cura dei bambini, secondo
mons.Robert Vitillo, consigliere speciale sull’Aids per Caritas Internationalis:
"Ci sono poche formulazioni date per uso pediatrico, per esempio Caritas
Internationalis è impegnata in una campagna per incoraggiare le case farmaceutiche
e anche i governi a fare più ricerche sulle formulazioni adatte ai bambini".
Un
metodo di questo genere sembra però essere difficilmente implementabile nei Paesi
più colpiti dall’Hiv come l’Africa, dove non è semplice accedere alle cure:
"L’Organizzazione
mondiale della sanità stima che nei Paesi in via di sviluppo solo il 30% dei bambini
bisognosi di trattamento abbiano accesso a questi medicamenti. Per questo motivo,
dobbiamo continuare a promuovere una diagnostica e trattamenti precoci per questi
bambini. Abbiamo fatto molti progressi in questo senso, ma rimane comunque tanto da
fare".