Convegno alla Salesiana: “Oltre la crisi: finanza responsabile e solidale“
“Oltre la crisi: finanza responsabile e solidale” è il tema di un Convegno interdisciplinare
ospitato ieri dalla Pontificia Università Salesiana, con la presenza di pesonalità
del mondo accademico, dell’impreditoria e dell’informazione. Roberta Gisotti
ha intervistato il prof. Mauro Mantovani, decano della Facoltà di Scienza della
Comunicazione sociale, che insieme alla Facoltà di Filosofia ha promosso la giornata
di studio, all’interno della Settimana culturale delle Scienze umanistiche:
D. - Prof. Mantovani,
filosofia, impresa e giornalismo una triade inedita chiamata a riflettere sulla crisi
economica, che forse non è solo crisi di numeri, di segni meno e più davanti ai bilanci
di Stati e imprese... R. – Sì, al di là di quelli che sono gli aspetti più tecnici
della crisi economica e finanziaria, noi crediamo che ci siano da affrontare soprattutto
gli elementi fondamentali di carattere antropologico, etico, si potrebbe dire anche
metafisico e teologico, proprio per leggere in senso più ampio ciò che sta avvenendo,
e poter offrire risposte di più lunga durata e anche di maggiore efficacia.
D.
– Tra gli interrogativi posti all’attenzione dei relatori, vi sono stati "quale finanza
è responsabile" e "quale finanza è solidale": che cosa è emerso da dibattito?
R.
– Il Convegno ha voluto partire da un excursus storico-filosofico su come è stato
pensato il denaro, la moneta, la finanza e anche porre uno sguardo su altre tradizioni,
per esempio quella islamica nella storia. Poi abbiamo cercato – grazie alla presenza
di rappresentanti delle istituzioni, dell’imprenditoria italiana, docenti universitari,
anche operatori della comunicazione – di rispondere alle domande: “Quale finanza è
responsabile, quale è solidale e quali criteri per rendere la finanza responsabile
e solidale?”. Ed è emerso certamente il fatto che bisogna puntare su un’educazione
basata sui valori del primato della persona in relazione, della solidarietà e sussidiarietà
– sono termini che tutti usano, però bisogna approfondirli effettivamente – sul ruolo
dell’impresa e della banca, secondo nuovi modelli in cui vi sia una maggiore sobrietà
ed essenzialità. Ma si punta anche a una distribuzione più equa delle risorse, sulla
trasparenza, sulla presenza e valorizzazione del territorio. Sono tutti aspetti che
devono essere promossi e che devono aiutarci a trovare una risposta alle problematiche
che stiamo vivendo.
D. – Ci si è chiesto anche come rispondere alle attese
dei cittadini che vogliono partecipare maggiormente alle decisioni economiche e sono
stanchi, in qualche modo, di stare alla finestra a guardare gli errori commessi sovente
da un’oligarchia di poteri forti, spesso transnazionali?
R. – Sì. Soprattutto
nell’intervento conclusivo di mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace, è emerso questo tema, anche a proposito dell’importanza della regolamentazione
della finanza anche a livello internazionale. Uno dei temi sui quali si discute è
proprio l’importanza, che viene segnalata anche nei documenti del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace, di una Autorità a livello mondiale che evidentemente non deve essere
un problema per quanto riguarda la responsabilità e la partecipazione a livello regionale
– si parlava dell’Europa – o locale, ma deve realizzare effettivamente quanto si dice
nella Caritas in Veritate, ossia: entrare nella prospettiva del bene comune
a livello internazionale, a livello mondiale. Benedetto XVI parla nella Caritas
in Veritate proprio dell’approfondire il senso del nostro essere un’unica famiglia
umana: oggi, sembra che venga messo in discussione il fatto che ci sia un bene comune
dell’intera famiglia umana. Noi abbiamo voluto ribadire questa importanza del bene
comune universale di tutti gli uomini e di ogni uomo, nella promozione della sua dignità.