2013-03-04 17:28:26

Mons. Arrieta: "Conclave, momento di fede, speranza e preghiera"


RealAudioMP3 "Durante la Sede vacante il governo della Chiesa è gestito dal Collegio dei cardinali, ma nei termini precisati dalla legge. La Curia romana, invece, si limita alle funzioni ordinarie e a quelle di studio e non può assumere decisioni rilevanti, perchè sono decaduti i presidenti e i prefetti dei dicasteri e soprattutto manca il Papa per un confronto e una decisione finale". Lo spiega alla Radio Vaticana S.E. mons. Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. "Dal punto di vista spirituale la Sede vacante e il Conclave sono un forte momento di fede, speranza e preghiera" aggiunge il presule. "Soprattutto in questo momento liturgico di Quaresima è un periodo che ci incoraggia a vivere l'Anno della fede con maggiore intensità e serietà. Ma è anche un periodo di speranza. Dobbiamo essere certi, infatti, che non saremo mai orfani, perché ce l'ha promesso Gesù che continua a vegliare su questa barca che è la sua Chiesa. E' la Provvidenza divina che ha voluto che vivessimo questo momento storico in questo modo".

"Le Congregazioni generali, cominciate oggi, - spiega Arrieta - sono riunioni di tutti i cardinali, compresi i non-elettori che non entreranno in conclave. Il loro scopo, generalmente, è prendere decisioni sui funerali del Pontefice deceduto e sul suo testamento. In questo caso debbono principalmente preparare il conclave e fissarne la data. Come primo momento in cui il Collegio dei cardinali si ritrova dopo l'inizio della Sede vacante è anche un ambito in cui i porporati si confrontano liberamente sulla situazione della Chiesa, cercando di mettere a fuoco le principali sfide e quindi l'identikit auspicabile del futuro papa".

"Il Conclave - afferma il vescovo - è soprattutto un momento di preghiera. A regolarlo è infatti è un testo liturgico, l'Ordo rituum conclavis. Ed è dunque nel contesto di un momento di preghiera che avviene la selezione per eleggere il Pontefice. Le norme sono tese ad evitare pregiudizi e patteggiamenti previi e a lasciare che la scelta maturi nel corso di una riflessione fatta in coscienza, guidata dallo Spirito Santo e dalla preghiera e quindi ben al di sopra delle logiche umane politiche".

"L'elezione del Papa - spiega ancora mons. Arrieta - avviene attraverso il suffragio e si ispira al criterio della selezione della persona più adatta, com'è anche chiarito dal giuramento che gli elettori pronunciano dando il loro voto. In un giorno pieno di votazioni ce ne sono due al mattino e due al pomeriggio ed è proprio il sistema della 'successione continua' di votazioni che ha lo scopo di orientare i cardinali, insieme alla preghiera e allo scambio di pareri, alla scelta del candidato più adatto".

"Benedetto XVI ha stabilito nel 2007 che in ogni caso, anche in quello del ballottaggio, deve essere sempre raggiunta la maggioranza dei due terzi per eleggere il Pontefice. Con il Motu Proprio del 22 febbraio scorso Benedetto XVI ha inoltre dato la possibilità ai cardinali elettori di anticipare la data del conclave, cosa che probabilmente avverrà in questo caso".

"L'obiettivo delle norme penali che tutelano la sicurezza e la segretezza del conclave, e che prevedono in molti casi la scomunica 'latae sententiae', - spiega ancora mons. Arrieta - è tutelare la libertà dei cardinali nello scegliere il Successore di Pietro e dunque la dimensione spirituale del Conclave. Si tratta di norme che mirano, ad esempio, ad evitare che un elettore accetti un diritto di veto, rispetto a un candidato, da parte di qualcuno. Il fine è in generale quello di evitare ingerenze esterne. Un tempo di potenze straniere, oggi di mass-media o gruppi che vogliano far pressione".

"L'elezione del papa per un cardinale non è un semplice diritto, ma è la prima funzione del suo ministero" afferma ancora il segretario del dicastero vaticano per i testi legislativi. "Non costituisce un onore, ma bensì un onere che è al margine della sua condizione personale. Le pressioni dei mezzi di comunicazione e dell'opinione pubblica per impedire la partecipazione al conclave di alcuni cardinali ci confermano che noi cristani dobbiamo vivere, per così dire, come 'estranei al mondo'. Una società secolarizzata non può infatti che avere una lettura molto secolarizzata dell'elezione del Successore di Pietro. Non possiamo attenderci particolari complimenti da chi non condivide una visione non puramente secolarizzata di questi momenti e non crede nella vita eterna. Dobbiamo prendere atto che siamo di passaggio e non cedere a questi giochi umani, costatando che stiamo guardando ben oltre".

"Anche il toto-papa che impazza in questi giorni - conclude Arrieta - deve essere guardato con quel distacco, quel senso dell'umorismo, di chi sa che, malgrado tutte queste dicerie, opinioni, ad agire, nel tempo del conclave è Dio, attraverso lo Spirito Santo". (Intervista a cura di Fabio Colagrande)








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