Vietnam: migliaia di firme per liberare i cattolici in prigione
Familiari e amici dei cattolici condannati in carcere nel gennaio scorso per sovversione
hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione, che prevede anche una raccolta firme
alla quale hanno aderito leader religiosi cristiani e buddisti. L'obiettivo, spiegano
i promotori, è quello di diffondere il caso fra la popolazione civile e conquistare,
prima di tutto, l'interesse e l'adesione dei vietnamiti. A parlare dell'iniziativa
- riferisce l'agenzia AsiaNews - è il fratello minore di una delle persone incarcerate;
interpellato dal sito Radio Free Asia (Rfa), egli ha ricordato che si tratta di un'incriminazione
ingiusta, fondata su accuse pretestuose che ha spalancato le porte della prigione
a persone "innocenti". Il movimento di sensibilizzazione pubblica ha preso il via
il 27 gennaio, con una petizione intitolata: "Protesta contro un processo illegale,
che si è tenuto a Vinh l'8 e 9 gennaio 2013". I promotori denunciano l'uso di "procedure
illegali" per il loro arresto e l'ingiusta condanna. Essi non intendono solo informare
della vicenda ma, al tempo stesso, mobilitare "quante più persone possibile" per la
causa dei prigionieri. Oggi sono due i gruppi attivi nella Campagna: il primo opera
nel nord del Vietnam, mentre il secondo si muove nel sud del Paese. Nel promuovere
la raccolta firme, i simpatizzanti precisano anche di non "aderire a organizzazioni
o movimenti politici", ma di farsi carico "delle opinioni e dei sentimenti" che vivono
i familiari. Alla metà di febbraio sono state raccolte oltre 10mila firme, fra le
quali vi sono anche due vescovi cattolici e un religioso buddista della Chiesa unificata
buddista del Vietnam (Cubv), non riconosciuta dal governo e spesso oggetto di persecuzioni
e abusi. Il monaco e venerabile Thich Khong Tanh ha voluto aderire per "difendere
la giustizia e la democrazia nel Paese". (R.P.)