L’Iraq bombarda postazioni di ribelli in Siria. L’Onu si propone come mediatore tra
governo e opposizione
L’esercito iracheno ha bombardato, in territorio siriano, postazioni di ribelli, impegnati
in combattimenti contro le forze governative del presidente Assad. E’ quanto rende
noto l’emittente al Arabiya precisando che alla frontiera sono arrivati, da Baghdad,
cospicui rinforzi militari. Secondo fonti dell’opposizione, sono almeno 7 le persone
morte in seguito all'attacco sferrato da elicotteri iracheni nella città siriana di
Al Yarobiya. Le Nazioni Unite, intanto, si dichiarano pronte a facilitare il dialogo
tra governo e opposizione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il segretario
generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e l'inviato speciale di Onu e Lega araba,
Lakhdar Brahimi, hanno espresso profonda frustrazione per la situazione di stallo
del conflitto siriano che ha causato, finora, la morte di oltre 70.000 persone. L’Onu
è disponibile a facilitare il dialogo tra governo e opposizione e la comunità internazionale
– si legge in un comunicato congiunto - deve essere unita nel cercare una soluzione
politica alla crisi”. Sul terreno intanto, l’operazione dell’esercito iracheno ha
permesso alle forze governative siriane di riprendere il controllo dell’avamposto
di Al Yarobiya, sul confine nord-orientale, precedentemente controllato dai ribelli.
Il ministero dell'Interno di Baghdad ha riferito che, durante gli scontri tra ribelli
e forze governative per il controllo di questo avamposto, sono rimaste ferite, in
territorio iracheno, due persone raggiunte da proiettili vaganti. Fonti governative
irachene confermano, poi, che almeno 4 soldati siriani feriti nei combattimenti nella
città di Al Yarubiya, sono stati ricoverati nell’ospedale iracheno di Tall Afar. Le
forze governative siriane hanno ripreso il controllo anche della strada che collega
la provincia centrale di Hama all’aeroporto internazionale di Aleppo. La notizia,
riportata dall’esercito siriano in un comunicato, è stata confermata dall’Osservatorio
siriano per i Diritti Umani. Grazie al controllo di questa strada, il governo siriano
potrà dispiegare nuovi rinforzi in un’area, teatro nelle ultime settimane, di intensi
combattimenti. Se l’esercito di Damasco riuscirà a mantenere il controllo di questa
arteria - ha detto il responsabile dell’Osservatorio siriano per i diritti umani -
“questo cambierà il corso delle battaglie”. Sul versante politico il ministro degli
Esteri siriano ha affermato stamani a Teheran che per fermare le violenze in Siria
vanno fatte pressioni su Turchia, Qatar e sugli altri Paesi che forniscono finanziamenti
e armi ai ribelli. Il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato, infine, che il
presidente Bashar al Assad “parteciperà” alle elezioni previste in Siria nel 2014.