"Abbiamo cercato di
raccontare, attraverso immagini di alta qualità, la portata storica dell'evento, senza
cedere nell'eccessiva spettacolarizzazione o patinatura". Mons. Dario Viganò,
neo direttore del Centro Televisivo Vaticano, spiega i criteri che hanno guidato la
copertura televisiva del trasferimento di Ratzinger dalla Città del Vaticano alla
residenza di Castelgandolfo. 19 telecamere, 4 regie mobili, 40 professionisti
impegnati nella realizzazione di questo documento storico eccezionale. "La potenza
televisiva è grande ma stiamo attenti", avverte Fausto Colombo (Università Cattolica):
"c'è un bizzarro contrasto tra lo sforzo che facciamo tutti onestamente, insieme alla
televisione, di vedere nei segni e nelle sue parole, ciò che egli prova, e invece
l'unicità dell'esperienza che lui ha vissuto e che ha provocato la sua scelta, che
resta non raccontabile". Gianpiero Gamaleri (Università Roma Tre) parla di
una "liturgia televisiva che ha fatto sentire la Chiesa più vicina all'originaria
povertà, al di là della solennità dei luoghi e delle persone, più vicina anche ai
non credenti". (a cura di Antonella Palermo e Alessanro De Carolis)