"Sono un semplice pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla
terra"
"Grazie, cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del
Creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia,
il vostro affetto!". Queste le prime parole rivolte da Benedetto XVI ai fedeli riuniti
davanti il Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. "Voi sapete che questo mio giorno
è diverso da quelli precedenti: sarò Sommo Pontefice della Chiesa cattolica, fino
alle otto di sera, poi non più". "Sono semplicemente un pellegrino - ha proseguito
- che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio su questa terra. Ma vorrei ancora
con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione,
con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa
e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti
con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie!". Quindi, il Santo Padre
ha impartito la sua benedizione apostolica ai presenti.
Il Papa
era giunto alle 17.23 a Castel Gandolfo, all'eliporto delle Ville pontificie, accolto
dal suono delle campane della diocesi laziale di Albano: Benedetto XVI aveva lasciato
il Vaticano in elicottero alle 17.07, sempre al suono delle campane e volteggiando
sopra Piazza San Pietro per salutare i tanti i fedeli qui radunati per rivolgergli
l'ultimo commosso saluto di Roma e gridando il loro grazie al Papa. Grande la commozione
tra la gente. L'elicottero ha sorvolato il Colosseo e San Giovanni in Laterano: bellissime
le immagini trasmesse dal Centro Televisivo Vaticano.
Poco prima delle 17.00,
nel cortile di San Damaso, Benedetto XVI era stato salutato dai superiori della Segreteria
di Stato, guidati dal cardinale Bertone, dai cardinali Vallini e Comastri e dal picchetto
della Guardia Svizzera. Passando davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani,
si è poi recato in auto all'Eliporto dove è stato accolto dal cardinale decano Angelo
Sodano e dal cardinale Lajolo. Di qui la partenza in elicottero.
A Castel Gandolfo,
il Papa è stato accolto dal cardinale Bertello, mons. Sciacca, dal vescovo di Albano
mons. Semeraro, dal direttore delle Ville pontificie Petrillo, dal sindaco e dal parroco
di Castel Gandolfo. Anche qui tanti i fedeli che hanno voluto accoglierlo per testimoniare
affetto e gratitudine. Benedetto XVI resterà nella residenza di Castel Gandolfo circa
due mesi, per poi rientrare in Vaticano come Papa emerito e risiedere nel Monastero
"Mater Ecclesiae", una volta restaurato, già residenza delle Suore Visitandine di
clausura. Alle 20.00 termina il suo pontificato e ha inizio la sede vacante.
A
Castel Gandolfo, continuano a rimanere nella piazza principale i tanti fedeli che
hanno salutato Benedetto XVI. Ce ne parla la nostra inviata GabriellaCeraso:
Sono 400 anni
che i Papi vengono a Castel Gandolfo, ma ciò che questa tranquilla cittadina vive
oggi non ha precedenti. E i volti dei tanti che riempiono la piazza lo esprimono chiaramente:
sono parrocchie intere, famiglie, religiosi, rappresentanti di Movimenti e Associazioni,
ragazzi arrivati anche in pellegrinaggio. Sentiamo le loro voci:
R. – Sono
venuta perché volevo stare più vicina al Papa.
D. – Cosa dire al Papa?
R.
– Grazie per la sua fede, per il suo insegnamento.
R. – Siamo di tutti i Paesi:
Perù, Argentina, Costa d’Avori, Filippine, Brasile … e vogliamo manifestare a Benedetto
XVI la nostra vicinanza nella preghiera e dirgli che continueremo ad attingere al
suo magistero. Li ci ha illuminati, in questi otto anni: lo abbiamo sentito come un
padre. Come un catechista che ci ha preso per mano e in questi anni ci ha guidati.
R. – Gli vogliamo dire che gli vogliamo tanto bene, e gli chiediamo che preghi
per noi.
R. – Siamo qui per dare sostegno al Papa.
R. – Soprattutto,
ci sentiamo privilegiati di poter vivere questo momento storico, con lo stesso atteggiamento
che ha avuto lui: quello di ritrovare il rapporto con Dio, cioè l’essenzialità.
R.
– Ci insegna a mettere al primo posto Dio ma anche l’umiltà verso gli altri.
D.
– Questo periodo che si aprirà da oggi in poi è un periodo di attesa. C’è del vuoto,
in voi, o c’è la speranza?
R. – La speranza c’è perché noi crediamo in Dio.
R.
– Non possiamo temere nulla. Sono felice di essere qua.
“La tua umiltà ti ha
reso grande. Conta sulla nostra preghiera”, si legge sugli striscioni. “Grazie” è
la parola più ricorrente.