Mons. Fisichella: "Benedetto XVI ci ha riportato all'essenziale.Tristezza e gratitudine
mentre finisce il suo pontificato"
"Mi torna alla mente
il capitolo 20 degli Atti degli Apostoli quando Paolo saluta tutti i membri della
Comunità di Efeso e loro scoppiano in pianto perché non avrebbero più visto il suo
volto".L'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio
per la promozione della Nuova Evangelizzazione, esprime così lo stato d'animo
dei collaboratori di Benedetto XVI a poche ore dal termine del suo pontificato.
"Oggi - aggiunge il presule - è certamente un momento di tristezza, ma anche l'occasione
per esprimere al Papa tutta la nostra gratitudine per il suo ministero come Successore
di Pietro". Secondo l'arcivescovo Fisichella questo pontificato resterà nella storia
per "aver voluto di nuovo orientare lo sguardo della Chiesa e dei fedeli sull'essenziale,
e cioè sull'annuncio di Gesù Cristo e sulla fede in Lui". "Il Papa ha saputo far
questo in molti modi" - spiega Fisichella. "Innanzitutto spiegandoci che la ricerca
culturale è sempre ricerca di Dio, riunendo ad Assisi le religioni mondiali e anche
coloro che sono in ricerca di Dio. Ma anche sottolineando che la ragione deve purificarsi
e allargarsi, perché è chiamata ad esprimere al meglio se stessa nell'incontro con
Cristo. E inoltre dando risalto alla Chiesa, sottolineando che è viva, e che, nonostante
i nostri limiti, è sempre presenza di Cristo risorto. Ma il Papa ha saputo anche richiamare
con determinazione la Chiesa a rimettersi con consapevolezza e coerenza sulla strada
del Vangelo, contrastando con fermezza i comportamenti che ne deturpano il volto".
Mons. Fisichella torna anche a criticare l'abusata icona del 'papa consevatore',
tramandata fin dall'elezione di Benedetto XVI. "Nel suo pontificato - spiega
- ci sono stati tanti gesti innovativi. Ha scritto dei libri su Gesù di Nazareth sottolineando
che erano solo suoi studi personali e quindi criticabili. Ha chiesto fin dall'inizio
del suo mandato di rileggere in profondità il Concilio, rifuggendo da interpretazioni
superficiali. Ha incontrato ripetutamente le comunità non cattoliche, stringendo amicizie
con gli ebrei ed entrando a piedi nudi in una moschea. Se ripercorriamo i suoi
otto anni di pontificato ritroviamo sempre un Papa che sorprende e che meraviglia
e che, come nella sua ultima udienza, mostra una profonda umanità semplice e disarmante".
Infine, mons. Fisichella torna sul gesto della rinuncia al pontificato: "Il Papa
ci ha spiegato nella sua ultima udienza che lui non è sceso della croce, perché la
sua vita resta per sempre dedicata a Cristo. E' un gesto che può essere compreso
solo nell'ambito della sua relazione più intima con il Signore Gesù. E' una scelta
certamente drammatica, che può sconcertare, ma per comprenderla bisogna capire la
visione della Chiesa di Papa Benedetto. Per lui la Chiesa è guidata da Cristo,
gli uomini devono solo seguirLo e dare tutto. Tutto e per sempre. Benedetto XVI ha
compreso che doveva solo cambiare la modalità del suo servizio che oggi diventa di
silenzio e di riflessione, contemplazione e preghiera. Sentiremo perciò ancora di
più la sua presenza - conclude Fisichella - proprio perché diventa più spirituale
e profonda nella preghiera". (A cura di Fabio Colagrande)