Turchia: un pastore protestante espulso, un altro sfuggito a un attentato
Il Pastore protestante americano Jeremiah Ian Mattix, che svolgeva da oltre dieci
lavoro pastorale nella chiesa protestante a Diyarbakir, è stato espulso dal Paese,
perché accusato di “svolgere lavoro illegale”. Come appreso dall'agenzia Fides, il
Pastore per anni aveva ricevuto il rinnovo di un “visto turistico” sul passaporto,
e aveva continuato a prestare servizi di culto nella sua chiesa. Nelle scorse settimane,
dopo aver subito un controllo da parte di due agenti in borghese, il Pastore è stato
denunciato all’Ufficio immigrazione con l’accusa di svolgere un lavoro illegalmente”.
Le autorità turche hanno deciso di espellerlo della Turchia, condannando il Pastore
e la chiesa a pagare una multa. Il Pastore ha reagito affermando che le autorità,
come i cittadini della regione, “sapevano benissimo i servizi che svolgeva”. La Chiesa
Protestante di Diyarbakir ha spiegato che Mattix era stato inviato dalla Chiesa negli
Usa data l’assenza di un Pastore per la comunità. Mattix operava in modo del tutto
volontario e non percepiva alcun salario. La Chiesa chiede al governo che ai “funzionari
religiosi cristiani” sia permesso di soggiornare in Turchia per motivi di culto, proprio
come accade agli imam che vivono in Europa. In un altro caso segnalato a Fides dalla
Chiesa protestante di Izmit, la polizia ha arrestato 14 sospetti nel tentato omicidio
del Pastore protestante turco Emre Karaali. Il gruppo di terroristi, che si era infiltrato
fra i fedeli della Chiesa di Izmit, stava organizzando attentati per colpire i cristiani
nel mese di gennaio. Due degli arrestati hanno frequentato l’assemblea per più di
un anno, per diventare vicini al Pastore e a sua moglie. L’Associazione delle Chiese
protestanti in Turchia ha denunciato almeno una decina di incidenti di intolleranza
verso Pastori e fedeli cristiani nel 2012, lanciando un appello per il rispetto dei
diritti umani e della libertà religiosa in Turchia. (R.P.)