Congo: nell'Est divisioni e rivalità dei ribelli alimentano l'insicurezza
Nonostante la firma di un accordo regionale di pace per l’Est del Congo, lo scorso
fine settimana ad Addis Abeba, sul terreno si stanno manifestando nuove dinamiche
che fanno temere per la sicurezza dei civili. Prima fra tutte, avvertono esponenti
della società civile della provincia del Nord Kivu, le divisioni all’interno del Movimento
del 23 marzo (M23) che si sono già tradotte in violenze nei giorni scorsi nel territorio
di Rutshuru. Secondo l’emittente locale ‘Radio Okapi’, la maggior parte degli uomini
che rispondono agli ordini del generale Sultani Makenga, capo militare dell’M23, si
sarebbero ritirati dal centro di Rutshuru e dalle vicine località di Nyongera, Mabenga,
Rubare e Ntamugenga, rimaste sotto il controllo dell’ala ‘rivale’ vicina a Bosco Ntaganda,
lo storico leader dell’ex ribellione del Cndp latitante e ricercato dalla Corte penale
internazionale. Gli uomini di Makenga si sarebbero riposizionati sulle colline di
Mbuzi, Runyonyi e Nyabitona, mentre un altro gruppo si è incamminato verso Bunagana,
centro strategico al confine con l’Uganda, a circa 20 km a est di Rutshuru. Inoltre
testimoni locali hanno riferito che diverse località del territorio di Rusthuru abbandonate
dall’M23 sono entrate nel mirino dei ribelli ruandesi delle Forze democratiche per
la liberazione del Rwanda (Fdlr). Lunedì questi avrebbero occupato per alcune ore
Rugari, a 40 km a nord di Goma. “Questi dissensi causeranno nuovi morti e spostamenti
di civili” hanno già denunciato attivisti dei diritti umani. Nella vicina provincia
del Sud-Kivu, fonti della società civile contattate dall'agenzia Misna hanno invece
confermato una situazione di “insicurezza persistente e preoccupante”, in particolare
a Uvira e nei dintorni, in preda a violenze commesse dalle stesse Fdlr e dalla ribellione
burundese delle Forze nazionali di liberazione (Fnl). Inoltre nella zona sono anche
attivi i miliziani rivali dei Mayi Mayi Raia Mutomboki. L’emittente ‘Radio Okapi’
ha registrato ingenti spostamenti di civili dai villaggi di Kitundu, Kagogo, Cishagala,
Muchuba, Masango e Mulenge. Gli abitanti si sono lamentati dell’ “assenza dei militari
regolari nelle località occupate dai gruppi armati stranieri”. Il comandante della
X regione militare delle Forze armate regolari del Congo (Fardc), il generale Pacifique
Masuzu, ha assicurato che “è in corso un’operazione di rastrellamento nella zona di
Uvira per cacciare le forze negative e consentire alla popolazione di vivere in pace”.
Dalla nascita dell’M23, lo scorso aprile, le truppe regolari congolesi sono state
dirottate verso le roccaforti dell’ultima ribellione, lasciando scoperte ampie porzioni
di un vasto territorio ricco di risorse minerarie contese da una miriade di milizie
armate. L’intesa raggiunta il 24 febbraio in sede dell’Unione Africana da 11 capi
di Stato e responsabili della regione dei Grandi Laghi, alla presenza del Segretario
Generale dell’Onu Ban Ki-moon, prevede la creazione di una “brigata di intervento”
di sostegno alla locale missione Onu (Monusco) che verrà dispiegata al confine col
Rwanda per “imporre la pace”. Inoltre i firmatari, tra cui Rwanda e Uganda, si sono
impegnati a “non tollerare né dare sostegno a nessun tipo di gruppo armato” nel Paese
confinante. (R.P.)