2013-02-26 13:54:25

Lettera del card. Sandri sulla colletta del Venerdì Santo pro Terra Santa


La colletta del Venerdì Santo per la Terra Santa è a beneficio dei “fratelli e sorelle che nei Luoghi della Redenzione, con i loro pastori, vivono il mistero di Cristo, il Crocifisso, che è Risorto per la salvezza dell’umanità”. Lo ha scritto in una lettera di ringraziamento ai Pastori della Chiesa universale il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Leonardo Sandri, precisando che delle origini cristiane la Terra Santa è “testimone silenziosa e custode vivente”, ma è “testimone, nel contempo, di come popoli interi, affamati di dignità e giustizia, abbiano dato ali al sogno di una primavera della quale volevamo subito vedere i frutti, quasi che la grande trasformazione auspicata fosse possibile senza un rinnovamento dei cuori e la responsabilità verso i poveri del mondo condivisa da tutti noi”.

Il porporato ha poi ricordato con affetto le comunità latine presenti nella diocesi Patriarcale di Gerusalemme e della Custodia Francescana - quella Melchita, Maronita, Sira, Armena, Caldea e Copta - e ha ripercorso il Magistero della Chiesa che più tocca le Chiese Orientali, dall’Enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, che “in quest’Anno della Fede suscita una pressante invocazione di pace, specialmente per la Siria”, all’Enciclica Popolorum progressio di Paolo VI che, a fronte della denuncia delle “carenze materiali di coloro che sono privati del minimo vitale e le carenze materiali di coloro che sono mutilati dall’egoismo”, suggeriva non solo “l’accresciuta considerazione della dignità degli altri, l’orientarsi verso lo spirito di povertà, la cooperazione al bene comune e la volontà di pace”, ma anche “il riconoscimento da parte dell’uomo dei valori supremi di Dio, che ne è la sorgente e il termine”.

Fu proprio Paolo VI il primo Pontefice a recarsi in viaggio nella Terra di Gesù nel 1964 e sulle sue orme si mise Giovanni Paolo II nel 2000, definendo il suo viaggio apostolico un “momento di pace e fraternità”. Papa Benedetto, poi, ha compiuto una visita pastorale in Libano invitando, inoltre, due giovani libanesi a scrivere i testi della prossima Via Crucis, ha scritto l’Esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente ed espresso l’intenzione di preghiera universale “affinché le comunità cristiane del Medio Oriente, spesso discriminate, ricevano dallo Spirito Santo la forza della fedeltà e della perseveranza”. “I cristiani che vivono in Israele e Palestina, Cipro, Libano, Giordania, Siria ed Egitto devono trovare in noi lo stesso sguardo di fede”, ha aggiunto il porporato, ricordando in proposito l’impegno di queste comunità nel mantenimento dei Luoghi Santi, ma anche nel “salvare la vita che viene rifiutata, venendo incontro ad anziani, malati, disabili, a chi è senza lavoro, ai giovani in cerca di futuro, sempre operando in difesa dei diritti umani, compresa la libertà religiosa”, cui si somma, poi, “l’encomiabile sforzo ecumenico e interreligioso per contenere l’incessante esodo dei fedeli”. (A cura di Roberta Barbi)







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