2013-02-26 13:55:27

Italia: Camera e Senato al centrosinistra ma senza maggioranza. Grillo primo partito a Montecitorio


Il centrosinistra vince di un soffio alla Camera e al Senato, dove però non ha la maggioranza di seggi per governare. Rimonta del Pdl. Exploit del Movimento 5 Stelle di Grillo, primo partito a Montecitorio. Deludente il risultato dello schieramento centrista. Questo in sintesi l’esito delle elezioni politiche. Affluenza in calo del 5% rispetto alle elezioni del 2008. Reagiscono male i mercati finanziari. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

E' un'Italia frammentata quella uscita dalle urne. La coalizione Pd-Sel vince alla Camera con un vantaggio dello 0,36% su Pdl e Lega: in tutto 124 mila voti, pochissimi ma sufficienti a dare al centrosinistra il premio di maggioranza con 340 deputati. Nessuna maggioranza invece al Senato. Il centrosinistra ottiene 120 seggi contro i 117 del centrodestra, ma è lontano dalla necessaria quota 158. Il risultato più eclatante è allora quello del Movimento 5 Stelle di Grillo, che ottiene 54 seggi al Senato e 108 alla Camera, dove con il 25,55% è addirittura il primo partito. Grillo ribadisce il "no ad inciuci", convinto che ci sarà un "governissimo" Pd-Pdl che durerà 6 mesi per poi tornare alle urne. Il segretario del Pd Bersani afferma che il risultato attribuisce al centrosinistra la responsabilità di gestire una situazione delicatissima.

Il leader del Pdl Berlusconi dice "no" al ritorno alle urne e sembra aprire ad una collaborazione con il Pd ma non con i centristi. Lo schieramento guidato da Monti alla Camera supera di pochissimo la soglia del 10% e al Senato non potrà essere decisivo. Resta fuori dal parlamento l'ex presidente della Camera, Fini, così come Rivoluzione civile di Ingroia e Di Pietro. La palla passa dunque ora al capo dello Stato Napolitano. Le strade alternative al ritorno alle urne sono poche e in salita: dalla grande colazione ad un governo istituzionale per affrontare l'emergenza economica e riformare la legge elettorale. Il primo banco di prova per il nuovo parlamento sarà l'elezione dei presidenti di Senato e Camera, a metà aprile poi l'elezione del presidente della Repubblica. Lo scenario di ingovernabilità è commentato con sorpresa e preoccupazione dai partner europei, a partire dalla Germania, che considera necessario un governo stabile per le riforme e Spagna. Molto preoccupati anche i mercati finanziari: vola lo spread, crolla Piazza Affari trascinando al ribasso le borse europee.

Il voto italiano consegna dunque un Paese frammentato e a rischio di ingovernabilità. Proprio su questo punto, Benedetta Capelli ha intervistato Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia Politica presso l'Istituto Universitario Sophia di Loppiano:RealAudioMP3

R. - Si delineano ancora dei blocchi ben precisi: centrodestra e centrosinistra. Non è riuscito l’inserimento di un centro forte proposto dal prof. Monti che avrebbe potuto cambiare la situazione. Monti sostanzialmente proponeva: “Andiamo al di là della vecchia concezione di destra e di sinistra, ci sono delle riforme da fare, allora mettiamoci a farle insieme”. Questa cosa non è stata recepita ed è evidente che gli italiani preferiscono lavorare all’interno delle collocazioni abituali di destra e di sinistra. Ha preso però corpo un grande “fantasma”, che è diventato reale: il Movimento 5 Stelle, che è l’elenco di tutte le cose che non funzionano nella politica e nella società. È chiaramente contrario agli altri partiti e rappresenta una sfida estremamente forte.

D. - Quali sono secondo lei ora gli scenari possibili: un governo di coalizione Pd, Pdl allargato al prof. Monti?

R. - Non credo che cercare la formuletta per tirare avanti sia una cosa facile. Una soluzione seria - ma non è l’unica - potrebbe essere quella di mettersi d’accordo per fare riforme essenziali: la riforma elettorale, la riforma della politica sulla trasparenza e l’onestà, e poi provvedimenti per il rilancio dell’economia, continuando ad attuare alcune delle riforme importanti avviate da Monti.

D. - Lo abbiamo appena accennato: il “boom” del Movimento 5 Stelle, di Grillo. Innanzitutto, un risultato del genere era quasi inatteso…

R. - Prendere sul serio ciò che il Movimento 5 Stelle dice è una cosa essenziale e significa prendere sul serio un quarto degli italiani, che potevano astenersi ma che invece vogliono ancora fare politica. Credo che qui possa venire anche dalla rete sociale dei cattolici un grande aiuto alla riflessione, per riformulare l’idea di destra e l’idea di sinistra.

D. - Il voto dei cattolici dove si è collocato, allora?

R. - E’ andato dappertutto. Io qui non parlerei e non ho parlato di voto, ma di pensiero sociale dei cattolici, della capacità che essi hanno di rappresentare la società. Quindi, non penso a un conglomerato di cattolici che si esprima in un partito, ma a una visione che i cattolici possano dare all’interno dei partiti dove sono, che a questo punto può veramente anche fare la differenza. Credo che siano i movimenti cattolici quelli che devono muoversi da soli, dare ai laici che ne fanno parte la possibilità di fare delle scelte personali, responsabili e di entrare in politica con dei progetti.







All the contents on this site are copyrighted ©.