Non dimenticare l'emergenza Sahel: appello di Caritas e Pam
Coordinare sempre meglio il sistema di comunicazione tra le diverse organizzazioni
di assistenza cattolica nel Sahel: con questo obiettivo si chiude oggi l’incontro,
a Ouagadougou capitale del Burkina Faso, delle Caritas di Burkina Faso, Mali, Niger
e Senegal, che dal 2007 hanno elaborato la “piattaforma delle Caritas del Sahel”.
Dopo la drammatica crisi di un anno fa, dovuta a una grave siccità, restano le difficili
condizioni della regione africana che si caratterizza per avere un altissimo livello
di mortalità infantile per malnutrizione. Fausta Speranza ha intervistato il
direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale, Ertharin Cousin:
R. - The situation
today is that - while there’s been a good harvest… La situazione oggi, per il fatto
che abbiamo avuto un buon raccolto lo scorso anno, non ci pone davanti allo stesso
tipo di sfida che abbiamo affrontato lo scorso anno. Quello che dobbiamo considerare
è la situazione in Mali, che potrebbe avere ripercussioni sulla sicurezza alimentare
che offriamo nella regione. Abbiamo anche un’opportunità: quella di continuare ad
investire sul processo iniziato lo scorso anno; continuare a supportare i bisogni
alimentari dei bambini nella regione del Sahel, continuare a supportare le abilità
delle famiglie per creare nuove opportunità per provvedere ai propri bisogni alimentari,
dando loro un sistema di irrigazione o nuovi strumenti per aiutarli nelle stagioni
agricole. Inoltre, dobbiamo assicurarci che le popolazioni stesse abbiano maggiore
capacità di recupero, così che, visto che gli effetti del cambiamento climatico continuano
a verificarsi, quando avvengono momenti di siccità siano meno vulnerabili a questi
fenomeni e non rischino di ricadere in quell’insicurezza alimentare ogni volta che
vengono messi davanti a una prova.
D. – L'insicurezza alimentare apre a questioni
di sicurezza più generali…
R. - Food insecurity… L’insicurezza alimentare
rappresenta una questione di sicurezza, come dice il presidente della Niger. Mi sembra
sia stato Ghandhi a dire che “una mamma che ha un bambino affamato vede in un pezzo
di pane il volto di Dio”. E’ occupandoci di loro attraverso l’assistenza - come può
essere la richiesta di dar da mangiare ai loro bambini – che ci occupiamo della loro
sicurezza e garantiremo loro una nazione più stabile.
D. - Alcuni analisti
hanno detto che c’è un rischio terrorismo nel Sahel…
R. - We don’t get involved
in the politics… Noi come Pam non siamo coinvolti nelle questioni politiche: ci
sono tante persone che possono parlare di questioni politiche… Quello che chiediamo
noi è che, quando i politici si siedono attorno ad un tavolo, siano sicuri che ci
sia spazio anche per ascoltare coloro che lavorano nelle organizzazioni umanitarie
per lo sviluppo perché si devono conoscere le necessità relative all’insicurezza alimentare,
conoscere le necessità idriche, e altre necessità al di là dell’assistenza prettamente
alimentare. Bisogna far fronte ai bisogni della popolazione.