Il Papa al termine degli Esercizi spirituali: la bellezza di Dio vince la sporcizia
del male
Si sono conclusi questa mattina in Vaticano gli Esercizi spirituali predicati per
la Quaresima dal cardinale Ravasi. Il Papa, al termine dell’ultima meditazione del
porporato, ha espresso la sua gratitudine: “Grazie a voi per questa comunità orante
in ascolto, che mi ha accompagnato in questa settimana. Grazie, soprattutto, a lei
eminenza per queste ‘camminate’ così belle nell’universo della fede, nell’universo
dei Salmi. Siamo rimasti affascinati dalla ricchezza, dalla profondità, dalla bellezza
di questo universo della fede e rimaniamo grati perché la Parola di Dio ci ha parlato
in nuovo modo, con nuova forza”.
Tema delle meditazioni è stato l’arte di
credere, l’arte di pregare. “Mi è venuto in mente il fatto – ha proseguito il Papa
- che teologi medievali hanno tradotto la parola ‘Logos’ non solo con ‘Verbum’, ma
anche con ‘ars’: ‘verbum’ e ‘ars’ sono intercambiabili. Solo con queste due parole
insieme appare, per i teologi medievali, tutto il significato della parola ‘Logos’.
Il ‘Logos’ non è solo una ragione matematica; il ‘Logos’ ha un cuore: il ‘Logos’ è
anche amore. La verità è bella e la verità e la bellezza vanno insieme: la bellezza
è il sigillo della verità”.
Tuttavia – è stata la riflessione del Papa – il
cardinale Ravasi, partendo dai Salmi e dalla nostra esperienza di ogni giorno, ha
anche fortemente sottolineato che il “molto bello” del sesto giorno – espresso dal
Creatore – è permanentemente “contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza,
dalla corruzione”. Il maligno – ha aggiunto - vuole sempre “sporcare la creazione
per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza.
In un mondo così marcato anche dal male, il ‘Logos’, la bellezza eterna e l’’ars’
eterna, deve apparire come ’caput cruentatum’“, capo insanguinato. ”ll Figlio incarnato,
il ‘Logos’ incarnato – ha proseguito - è coronato con una corona di spine e tuttavia
è proprio così: in questa figura sofferente del Figlio di Dio cominciamo a vedere
la bellezza più profonda del nostro Creatore e Redentore possiamo, nel silenzio della
‘notte oscura’, ascoltare la Parola”. E credere - ha detto il Papa – “non è altro
che, nell’oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio ascoltare
la Parola, vedere l’amore”.
Benedetto XVI ha quindi ringraziato ancora il
cardinale Ravasi, invitando a camminare “ulteriormente in questo misterioso universo
della fede, per esser sempre più capaci di pregare, di annunciare, di esser testimoni
della verità, che è bella, che è amore”.
Ha infine ringraziato tutti i presenti
"per questi otto anni - ha detto - in cui avete portato con me, con grande competenza,
affetto, amore, fede, il peso del ministero petrino. Rimane in me questa gratitudine
- ha detto - e anche se adesso finisce l’esteriore visibile comunione" rimane "la
vicinanza spirituale, rimane una profonda comunione nella preghiera. In questa certezza
- ha concluso - andiamo avanti, sicuri della vittoria di Dio, sicuri della verità
della bellezza e dell’amore".