Colombia: vescovi chiedono interruzione delle violenze nella Settimana Santa
I vescovi colombiani tornano a chiedere una sospensione delle violenze tra guerriglieri
delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, e l’esercito di Bogotà,
almeno per la Settimana Santa. A lanciare l’appello – scrive L’Osservatore Romano
– è l’arcivescovo di Cali, Darío de Jesús Monsalve Mejía, che in questo modo esorta
le parti in causa a dare una dimostrazione di credibilità in considerazione dei negoziati
di pace in corso all’Avana. Se la nuova tregua fosse accettata, sarebbe la seconda
dopo quella scaduta il 20 gennaio scorso: da allora in poi, infatti, nel Paese sono
ripresi gli attentati attraverso l’impiego di autobomba e i sequestri di persona.
Le parole del presule, che ha invitato i cattolici a pregare per la pace nel corso
di tutta la Quaresima, ribadiscono il pensiero già espresso giorni fa dalla Conferenza
episcopale colombiana riunita in assemblea, per bocca del presidente e arcivescovo
di Bogotà, il cardinale Rubén Salazar Gómez, e del segretario, mons. José Daniel Falla
Robles, che hanno ricevuto, in quella sede, la visita del capo del governo colombiano,
Juan Manuel Santos. Nei giorni scorsi, inoltre, il capo dei negoziati all’Avana, Luciano
Marín, ha scritto una lettera ai vescovi chiedendo loro di intervenire direttamente
nelle trattative, invito che però i presuli hanno declinato, sostenendo che “la Chiesa
cattolica compie la sua missione fondamentale all’interno della Colombia”. Il clima
di violenza che affligge il Paese, infine, non risparmia i sacerdoti: tre sono quelli
assassinati nell’ultimo mese, mentre il bilancio totale, dal 1984 a oggi, è di ben
83 preti uccisi, cinque suore, tre religiosi, altrettanti seminaristi, un vescovo
e un arcivescovo. A ciò, vanno aggiunte le minacce che quotidianamente raggiungono
i parroci che svolgono la loro opera di evangelizzazione in aree del Paese dove imperano
le bande criminali e dove l’azione della Chiesa non è ben vista. (R.B.)