2013-02-22 11:40:30

Pakistan: nascerà un santuario del “Bambino Gesù di Praga”


La statua del “Bambino Gesù di Praga” è arrivata in Pakistan e la Chiesa di Faisalabad, in Punjab, costruirà e intitolerà al Gesù Bambino un santuario che diverrà un Centro di pellegrinaggi per i fedeli di tutto il Paese: lo dice all’agenzia Fides padre Emmanuel Parvez, sacerdote cattolico e parroco della chiesa di San Paolo Apostolo a Pansara, nella diocesi di Faisalabad, in Punjab, che aveva fatto richiesta al santuario di Praga di avere un immagine del Cristo Bambino, per poterne diffondere la devozione nel Paese. “Accanto al santuario – spiega a Fides padre Emmaunel – sorgeranno un piccolo dispensario e un Centro medico dedicato ai bambini, e vi saranno una scuola elementare e un asilo”. Il luogo diverrà significativo, in particolare, per i bambini: insegnanti e catechisti potranno organizzare pellegrinaggi e incontri per promuovere la missione: “Vogliamo renderlo un Centro per diffondere, attraverso la fede e la purezza dei bambini, la pace e l'amore di Cristo in Pakistan. Chiediamo al Gesù Bambino di Praga di proteggere i figli del Pakistan da ogni spargimento di sangue, da violenza e morte”, aggiunge il parroco. La statua del Bambino, tanto attesa dalla comunità locale, è arrivata a Faisalabad tramite la nunziatura apostolica. Alla parrocchia di Panasara oltre 200 bambini, cristiani e musulmani, hanno organizzato una festosa cerimonia di accoglienza, con danze e canti. Nella Santa Messa per celebrare l’evento, padre Parvez ha rimarcato che “il Messia e Salvatore del mondo è arrivato fra noi a portare luce”. I bambini, entusiasti, hanno promesso di collaborare nel diffondere la devozione del “Gesù Bambino di Praga” in Pakistan. “Il Pakistan è un Paese afflitto da violenza e terrorismo, che causano la morte di molti innocenti. Preghiamo perchè la presenza del Bambino miracoloso porti un'era di pace, sicurezza e armonia. Anche i bambini e le famiglie musulmane sono con noi, apprezzano l’iniziativa e ci sostengono in questo sforzo”, conclude padre Parvez. (R.P.)







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