I governi del 27 Paesi Ue che hanno sottoscritto la strategia comune Europa 2020 per
contrastare povertà, disoccupazione ed esclusione sociale sono inadempienti su questo
versante e non fanno abbastanza per andare incontro alle necessità dei cittadini che
si trovano a rischio povertà o ai margini della società. È la denuncia che emerge
dalla giornata di studio in corso a Bruxelles, presso il Comitato economico e sociale,
promossa da Caritas Europa. L’organismo ecclesiale - riporta l'agenzia Sir - presenta
una serie di rapporti sui differenti aspetti della povertà - mancanza di lavoro e
di reddito adeguato, emarginazione, scarso livello di istruzione, altre forme di necessità
individuali come la salute o la casa - e segnala “che la situazione va peggiorando”
e che “non si intravvedono misure adeguate nei singoli Paesi” per far fronte alle
necessità che la crisi economica ha imposto. Intervenendo durante i lavori, José Manuel
Fresno, dopo aver delineato un quadro della situazione, ha enucleato una serie di
“raccomandazioni” (approccio inclusivo nel mercato del lavoro, lotta a povertà infantile,
coinvolgimento delle ong…) in relazione alla stessa Europa 2020 e al semestre europeo,
processo che l’Ue ha avviato per una migliore governance economica. Fresno ha parlato
di “impegno limitato degli Stati”, del peso della dimensione fiscale che tende “ad
accrescere la povertà”, del “rischio delle diminuzione dei diritti”. (R.P.)