Autoimmolazioni in Tibet: due adolescenti muoiono bruciati vivi
Due giovani tibetani si sono dati fuoco e sono morti a Ngaba (provincia del Sichuan),
invocando la fine del regime cinese e il ritorno del Dalai Lama in Tibet. Rinchen
e Sonam Dargye - questi i loro nomi - avevano 17 e 18 anni e vivevano nella città
di Kyantsa. Come riferisce Radio Free Asia (Rfa) ripresa dall'agenzia AsiaNews, il
fatto è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì. Le vittime sono decedute sul posto e
i loro corpi sono stati portati subito dalle loro famiglie. Su 104 tibetani che dal
2008 a oggi si sono autoimmolati, sono almeno 20 i giovani di 18 anni o minorenni.
Secondo Dicki Chhoyang, ministro dell'Informazione e delle relazioni internazionali
del governo tibetano in esilio a Dharamsala, "le autoimmolazioni compiute dalle nuove
generazioni mandano un messaggio inequivocabile al mondo circa la gravità della situazione
in Tibet". Nel corso di un incontro a Ginevra in vista della nuova sessione del Consiglio
Onu per i diritti umani, il ministro ha letto una lettera lasciata da Nangdrol, un
tibetano di 18 anni che è morto dopo essersi dato fuoco il 19 febbraio 2012: "Non
possiamo più sottostare a queste leggi draconiane, tollerare questo tormento che non
lascia cicatrici, perché il dolore nel non godere di alcun diritto umano è molto più
grande di quello di un'autoimmolazione". Dato l'alto numero di giovani e adolescenti
che hanno scelto di autoimmolarsi per la causa del Tibet, la Commissione Onu per i
Diritti del bambino sta valutando la possibilità di inserire le autoimmolazioni di
minorenni tibetani nella lista degli abusi ai diritti dei bambini, e di interrogare
la Cina a riguardo. (R.P.)