2013-02-20 11:22:22

Siria: per il patriarca Gregorios III le sanzioni Ue non toccano il regime ma il popolo


La proroga delle sanzioni “non fa che peggiorare le condizioni del popolo e non tocca il Governo ed il presidente. La vita in Siria è ogni giorno più costosa, le famiglie hanno difficoltà ad acquistare i generi di prima necessità, moltissime hanno avuto le proprie case distrutte. Tante hanno lasciato il Paese”. La scelta dell’Ue, lunedì a Bruxelles, di prorogare per tre mesi le sanzioni contro il regime di Damasco, non trova d’accordo il patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme, per i greco cattolici di Siria, Gregorios III Laham. In un'intervista all'agenzia Sir il più alto esponente della gerarchia cattolica siriana ricorda che nel Paese “la situazione è insostenibile, la violenza e l’instabilità minano l’economia, ormai al collasso, impediscono ogni dialogo e la ricerca di una soluzione politica negoziata che è quella che tutti auspichiamo. L’Ue invece di aiutare la riconciliazione interna, lottando contro il fondamentalismo di tante fazioni in campo, proroga di tre mesi le sanzioni. Non è questa l’Ue che vogliamo”. Gregorios III ribadisce che “la Siria non ha bisogno di armi ma che la comunità internazionale si dia da fare per il negoziato, il dialogo e la riconciliazione. La Siria vuole stabilità e sicurezza”. Sulla richiesta di Carla Del Ponte, magistrato dell’Onu che si occupa di diritti umani, di portare i crimini di guerra della Siria davanti alla Corte Penale Internazionale (Cpi), il patriarca non usa mezzi termini: “oggi in Siria siamo tutti criminali, siamo tutti da processare, ma anche l’Europa. Questa è anche la guerra dell’ipocrisia e della bugia. La gente chiede solo la fine della violenza, di uscire dal caos in cui vive, di ritrovare sicurezza e stabilità. Aiutateci a dialogare allontanando tutte quelle forze straniere e fondamentaliste che combattono dentro la Siria e che minano la convivenza del popolo e la rinascita del Paese”. (R.P.)







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