2013-02-19 08:50:05

Terra Santa: iniziativa della Chiesa contro il Muro a Cremisan


“Siamo fiduciosi. Gli avvocati hanno rappresentato molto bene la situazione esponendo le nostre ragioni, evidenziando come questo muro metterà a repentaglio la vita della nostra comunità cristiana e fornendo un’ampia documentazione a sostegno. Non ci resta che confidare nel Signore perché illumini le menti di coloro che sono chiamati a decidere e quelle dei nostri avversari in Tribunale, ovvero l’esercito d’Israele”. Così padre Ibrahim Shomali, parroco di Beit Jala, villaggio palestinese a maggioranza cristiana, commenta all'agenzia Sir quanto accaduto il 12 febbraio scorso, giorno dell’ultima udienza del caso “Cremisan”, la valle sui cui dovrebbe sorgere il muro israeliano per collegare le tre colonie israeliane, Gilo, Har Gilo e Givat Hamatos, che circondano Beit Jala. Il passaggio della barriera, se approvata, taglierà di fatto in due le terre di Cremisan, con effetti devastanti per la già debole economia palestinese. A repentaglio, oltre alle terre, uliveti, vigneti per cui Cremisan è famosa, e anche posti di lavoro e scuole, quelle delle religiose salesiane. Dal 1° ottobre 2011, la comunità cristiana locale si raduna in questi terreni, a rischio esproprio, intorno a padre Ibrahim per celebrare, ogni venerdì, una messa, “perché la nostra terra abbia giustizia. Ritrovarci qui tutti insieme significa ribadire che dalle nostre terre non ce ne andremo mai”. All’udienza erano presenti anche rappresentanti di molti Paesi internazionali (Germania, Francia, Onu su tutti), che, dichiara il parroco, “speriamo possano fare le giuste pressioni su Israele affinché cambi idea sul muro. Non è sufficiente essere al nostro fianco bisogna anche dare concretezza a questa vicinanza. La questione del Muro non riguarda solo pochi Paesi, ma tutto il mondo, e anche la Chiesa”. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.