Strasburgo, sentenza su adozione ai gay. Il giurista: deriva sociale della famiglia
Due sentenze che fanno discutere sono arrivate oggi da Strasburgo e da Karlsruhe,
in Germania. Nel primo caso, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito, in riferimento
al ricorso di una coppia gay austriaca, che nelle coppie omosessuali, al pari delle
coppie etero, i partner devono avere il diritto all’adozione dei figli dei compagni.
Nel secondo caso, la Corte costituzionale ha stabilito che sarà possibile a uno dei
partner, in un matrimonio gay, adottare il figlio adottato in precedenza dal coniuge.
FrancescaSabatinelli ha chiesto l'opinione di AlbertoGambino,
ordinario di Diritto privato all’Università Europea di Roma:
R. – Significa
che in un ordinamento, in particolare quello austriaco, dove è possibile avvenire
all’adozione anche da parte delle coppie non sposate, questo va esteso anche a quelle
coppie non sposate di tendenza omosessuale. Cioè, non si può fare differenza se la
coppia non sposata è eterosessuale o se invece è omosessuale, con riferimento all’adozione.
In tutti e due i casi, si ha il diritto di adottare bambini. Ecco cosa significa la
decisione dei giudici di Strasburgo.
D. - Oggi, una decisione analoga, se così
possiamo dire, è arrivata dalla Germania. Questo significa che si stanno rafforzando
in qualche modo i diritti per le adozioni dei gay?
R. – Sì, significa che c’è
una concezione della famiglia di tipo sociale, né giuridico, né naturale, ma cioè
si intende quel nucleo dove di fatto si convive assieme e, a questo punto, diventa
indifferente, con riferimento alle figure genitoriali, qual è il sesso e la differenza
di sesso tra le stesse. Quindi, è come se fossimo davanti a un logoramento sociale
della famiglia che, davanti a dei fatti, ne deve prendere atto e anche il legislatore
deve, a questo punto, assecondare nuove situazioni con, però, il grandissimo vulnus
dei diritti del bambino. In questo caso, infatti, il bambino non viene riconosciuto
nei suoi diritti ad avere una doppia figura genitoriale differente tra uomo e donna,
tra maschio e femmina, che completano la sua personalità, ma si annienta questa distinzione,
imponendogli una figura genitoriale, una doppia figura dello stesso sesso, con ovvie
ricadute sulla crescita del bambino. A prescindere degli studi che ci sono, lo dice
anche il buon senso. Ciascuno di noi sa quanto sia importante avere una madre e un
padre nelle loro differenze caratteriali, psicologiche, biologiche, psicofisiche,
che completano pienamente la personalità e l’equilibrio di un minore. Quindi, la ritengo
davvero una forzatura se non addirittura una violenza.
D. - Tornando alla sentenza
della corte di Strasburgo, quale riflesso può avere nell’ordinamento italiano?
R.
- Per il momento, nessun riflesso nell’ordinamento italiano perché l’ordinamento italiano
non consente l’adozione alle coppie non sposate. Quindi, questa estensione che è stata
possibile in Austria per le coppie non sposate, che devono essere anche considerate
quelle di tipo omosessuale, in Italia non sarebbe possibile perché l’adozione è consentita
soltanto alle coppie sposate, unite cioè in matrimonio, dove è giuridicamente ineccepibile:
lo ha detto la Corte costituzionale che il matrimonio è soltanto quello tra un uomo
e una donna. Quindi, in questo caso in Italia non ci sono ripercussioni di carattere
giuridico.
D. – Quindi, per ora non cambierà nulla in Italia e questa sentenza
non avrà riflessi. In futuro?
R. – Il futuro è piuttosto insidioso, perché
se il parlamento italiano dovesse invece legiferare a favore di un riconoscimento
delle unioni omosessuali, ne viene che davanti a queste decisioni, come quella di
Strasburgo, inevitabilmente si arriverà anche a un riconoscimento del diritto delle
coppie omosessuali ad adottare. Quindi, è davvero insidioso il futuro perché potrebbe
capitare che davanti a un’apertura del parlamento nel riconoscere diritti e doveri
anche delle coppie non sposate e anche a quelle di tipo omosessuale, poi magari, anche
senza volerlo, si arriverà per forza di sentenze giurisprudenziali a un’assimilazione,
anche nei diritti, all’adozione, con la ripercussione, che ritengo davvero aberrante,
di consentire che dei bambini vengano educati in un nucleo familiare con una doppia
figura genitoriale dello stesso sesso.