Pakistan: a Quetta arresti per la strage di sciiti. Sale il bilancio dei morti
Ieri mattina le forze di sicurezza pakistane hanno ucciso quattro persone e arrestate
altre sette, accusate di aver condotto a più riprese attacchi contro la minoranza
musulmana sciita. Secondo le indiscrezioni filtrate, nel gruppo vi sarebbe anche una
delle menti della strage contro gli hazara a Quetta del 16 febbraio scorso, nella
quale sono morte almeno 89 persone. Il Paese asiatico, a larga maggioranza musulmano
sunnita - riferisce l'agenzia AsiaNews - è spesso teatro di sanguinosi attacchi contro
esponenti di etnie o religioni diverse fra cui musulmani sciiti e hazara, sufi, cristiani,
buddisti e indù. Gli agenti hanno condotto una vasta operazione nella periferia sud-occidentale
di Quetta, dove è divampata una feroce protesta che vede coinvolti migliaia di esponenti
della minoranza sciita. Infuriati per la strage dei giorni scorsi, essi chiedono all'esercito
maggiore protezione e, fino a quando non verranno accolte le richieste, rifiutano
di seppellire le vittime sebbene, per tradizione islamica, essa avviene entro le 24/48
ore dalla morte. Il raid di questa mattina, spiegano in una nota congiunta il ministro
degli interni del Baluchistan e il responsabile delle Guardie di frontiera, è parte
di una "operazione tuttora in corso" e ha colpito "personalità di alto profilo", coinvolte
nella morte di "un giudice sciita e alti ufficiali di polizia". Tra le persone arrestate
vi sarebbe anche una delle menti della strage al mercato ortofrutticolo del 16 febbraio,
nel quartiere hazara della città di Quetta, nella quale sono morte almeno 89 persone
e altre 200 sono rimaste ferite. Il gesto è stato rivendicato dal gruppo estremista
islamico Lashkar-e-Jhangvi (LeJ), fra i più attivi e sanguinari di tutta la nazione.
Gli agenti hanno inoltre sequestrato bombe artigianali, armi e divise. Da Islamabad
è partita una delegazione governativa, per tentare una mediazione che metta fine alla
protesta sciita, che vede coinvolte migliaia di persone fra cui donne e bambini. A
pochi mesi dalle elezioni, nel Paese monta lo scontento verso l'esecutivo, ritenuto
responsabile dell'insicurezza e incapace di fermare estremisti e talebani. Negli ultimi
mesi a Quetta, capoluogo provinciale del Baluchistan, si sono registrati diversi attacchi
mirati contro la minoranza sciita. I movimenti nazionalisti locali, che si sommano
ai gruppi estremisti, hanno adottato la tecnica dello stragismo, per costringere il
governo a cedere maggiori risorse derivanti dallo sfruttamento di gas naturali e minerali
presenti nel sottosuolo. Il 2012 è stato fra i più terribili per gli sciiti, con un
bilancio di sangue che parla di oltre 400 morti in diversi attentati, di cui 125 nella
sola provincia del Baluchistan dove vi è una forte presenza hazara. Con più di 180
milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione
più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa
l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre
presenze di induisti (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Le violenze contro
le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, dalla
provincia del Punjab fino a Karachi, nella provincia meridionale del Sindh, dove nei
primi otto mesi del 2012 sono state uccise più di 1.700 persone. (R.P.)