I vescovi africani riaffermano il loro impegno per lo sviluppo umano
“La Chiesa non può rimanere indifferente e isolata di fronte alle attuali sfide socio-politiche
ed economiche africane” afferma una nota inviata all’agenzia Fides che presenta la
Lettera Pastorale “Governance, bene comune e transizione democratica in Africa” elaborata
dal Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (Secam), l’organismo
che raggruppa tutti i vescovi cattolici del continente, presentata ad Accra (Ghana)
dal card. Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar es Salaam e Presidente del Secam. La
Lettera Pastorale, tracciata sul solco dell’Esortazione Apostolica post sinodale Africae
Munus di Papa Benedetto XVI, sottolinea che “il bene comune, il rispetto dei diritti
umani e la promozione del buon governo sono elementi essenziali del Messaggio Evangelico”.
Nella Lettera Pastorale si ricorda che la Chiesa ha svolto un ruolo essenziale nella
promozione della democrazia e del bene comune. Ad esempio “in diversi Paesi, durante
il delicato periodo di transizione democratica degli anni ’90, la Chiesa ha giocato
un ruolo di sostegno chiaramente visibile. Cinque delle otto Conferenze Nazionali
Transitorie organizzate in quel periodo sono state presiedute da vescovi cattolici”.
La Chiesa africana è intervenuta più volte per chiedere un corretto sfruttamento delle
risorse naturali del continente, come ad esempio il petrolio e il legname. A questo
proposito i vescovi africani, pur apprezzando gli sforzi compiuti da diversi Paesi
nel migliorare il tenore di vita delle popolazioni, denunciano la persistenza della
corruzione dei funzionari e la depredazione delle risorse da parte delle multinazionali
che impediscono ancora a un gran numero di africani di beneficare delle ricchezza
dei loro Paesi. Nonostante questi limiti i vescovi ribadiscono il loro impegno “a
collaborare con i governi e le altre istituzioni per lo sviluppo umano integrale in
Africa”. (R.P.)