2013-02-19 16:26:41

Chavez ritorna in Venezuela. Migliaia di persone in piazza a Caracas


Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, dopo più di due mesi trascorsi a Cuba per curare un cancro, è ritornato in patria, anche se le sue condizioni restano critiche. L’annuncio alla popolazione è stato dato via Twitter e subito migliaia di persone sono scese in strada per dargli il benvenuto. Critiche dall'opposizione che ha accusato Chavez e il suo governo di aver spettacolarizzato l’evento. In una dichiarazione, l’arcivescovo di Caràcas, il cardinale Jorge Urosa Savino, ha portato al presidente il saluto della Chiesa esprimendo l’auspicio che presto possa avvenire la cerimonia di giuramento, già rinviata una volta. Cecilia Seppia ha raccolto il commento di Maurizio Stefanini, esperto di America latina della rivista di geopolitica Limes:RealAudioMP3

R. - Il problema particolare di Chávez è che comunque si tratta di un leader carismatico - con molto potere e con molto controllo - che però a un certo punto è venuto meno. Avrebbe dovuto presenziare al suo insediamento, ma non si è presentato e nonostante ciò è stato dichiarato insediato, grazie a un’interpretazione della Costituzione che ha suscitato più di un dubbio fondato. Comunque, è stato possibile solo per il fatto che il partito al potere ha un controllo abbastanza forte sulla macchina dello Stato. Chávez da quando è stato ricoverato non ha neanche più parlato e adesso - dopo alcune indiscrezioni, che sono state smentite - si è confermato che non può parlare perché è stato tracheotomizzato, infatti questo annuncio del rientro è arrivato via Twitter. È un personaggio forte, che però non è più nelle condizioni di esercitare la sua forza. In qualche modo, dalle foto divulgate che rivelavano le sue pessime condizioni fisiche, diciamo che questo ritorno è stato in qualche modo forzato proprio dal fatto che non c’era solo una contestazione da parte dell’opposizione, ma ci sono state anche contestazioni all’interno della coalizione di potere, ma soprattutto c’è stato un forte imbarazzo internazionale. Sembra che Lula sia andato a Cuba per visitarlo, ma non gliel’abbiano fatto vedere.

D. - Rispetto a tutto quello che lei sta dicendo, si può parlare in Venezuela - anche se in modo non dichiarato - di una crisi politica?

R. - La situazione non è solo di crisi politica, ma è anche di crisi economica, perché Caracas ha appena provveduto a una fortissima svalutazione del peso. Una situazione del genere, in un continente che comunque economicamente, è andato abbastanza bene negli ultimi anni, è anche imbarazzante per un regime che, in qualche modo, ha rivendicato una funzione di leadership in certi mutamenti che sono avvenuti.

D. - Molti analisti pensano che con Chávez in queste condizioni l’eredità, che il leader venezuelano lascia, potrebbe passare per esempio nelle mani del neo-eletto presidente dell’Ecuador, Rafael Correa…

R. – Sì, in questa leadership internazionale presumibilmente ritengo che potrebbe essere Correa l’erede dell’Alba, ovvero, dell’alleanza dei Paesi ispirati alla corrente del socialismo del XXI secolo, come l’ha definita Chávez. C’è una leadership geopolitica, c’è una leadership regionale, in Venezuela c’è un’eredita di Chávez che per ora spetta a Maduro, ma è un’eredità debole. Per quanto riguarda ciò che ha rappresentato Chávez, come leadership a livello latino americano, probabilmente passerà l’eredità al presidente ecuadoriano Correa, anche se il Venezuela dal punto di vista geopolitico ha indubbiamente più risorse, è più forte ed è più importante; l’Ecuador è meno importante, ha meno risorse e meno abitanti.

D. - Nicolás Maduro, il vice di Chávez, non ha forse le carte per poter governare, prendere le redini del governo. Diciamo anche però che è inviso all’opposizione, che vorrebbe comunque il suo candidato…

R. - Il candidato dell’opposizione è Henrique Capriles, che è stato sconfitto da Chávez nelle ultime elezioni, ma che ha ottenuto una quantità di voti che non aveva mai ottenuto un candidato dell’opposizione. Il problema è che l’opposizione aveva chiesto di fare nuove elezioni senza Costituzione, proprio ritenendo che Chávez non era più nelle condizioni. Comunque Chávez è tornato, però è stato detto al governo che non è ancora nelle condizioni di giurare; quindi, questa successione è ancora sospesa.







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