L'Onu: vertici di Damasco sospettati di crimini di guerra. Assad: vinceremo
L'Unione europea ha deciso di rinnovare per tre mesi le sanzioni al regime di Damasco,
con un allentamento dell'embargo sulle armi. Nelle conclusioni infatti e' scritto
che i provvedimenti sono modificati in modo da ''fornire un maggiore supporto non-letale
e assistenza tecnica per la protezione dei civili''. Intanto l’Onu sta prendendo in
considerazione l’ipotesi di indagare i vertici del governo siriano per crimini guerra.
Eugenio Bonanata ha raccolto il commento di Maurizio Simoncelli membro
di Archivio Disarmo:
R. – Intanto
ci sono delle normative a livello europeo, e nel nostro caso italiano, che sono molto
stringenti sulle esportazioni di armi a Paesi in conflitto, soprattutto dove non c’è
rispetto dei diritti umani. E sappiamo quello che sta avvenendo da due anni ormai
in Siria. Dall’altro lato, non possiamo dimenticare la posizione che ha assunto lo
stesso presidente Obama, in contrasto con tutta la sua dirigenza, dal ministro della
Difesa alla Cia e così via, quando ha bloccato ogni ipotesi di fornitura di armi ai
ribelli. Da più parti – non solo da parte di Israele o degli Stati Uniti, ma da parte
di diversi Paesi - ci sono numerose perplessità ad appoggiare la rivolta siriana fino
in fondo, perché ci sono degli evidenti pericoli di un rafforzamento di gruppi armati
di tipo jihadista.
D. – L’Onu ritiene che tra i vertici di Damasco vi siano
sospetti criminali di guerra. Che valenza può avere questa constatazione?
R.
– Sicuramente questo è un dato – direi - abbastanza accertato, che va forse accertato
giuridicamente e, giustamente, attraverso gli organi competenti. Questo può portare
sì ad una serie di interventi, ma dobbiamo tener presente che, purtroppo, mi sembra
che in questa guerra non ci siano stati da una parte i buoni e dall’altra parte i
cattivi. Anche le azioni di vero e proprio terrorismo, attuate con esplosioni di autobombe,
che hanno fatto larga strage di civili, mi sembrano siano state compiute da una parte
e dall’altra. Certamente le forze governative hanno responsabilità maggiori, rispetto
a quelli che possono essere gruppi, attualmente incontrollabili, dell’opposizione.
D.
– Secondo lei, c’è spazio per la trattativa, come ha detto il mediatore internazionale
Brahimi?
R. – Siamo ancora di fronte ad uno degli ennesimi tentativi e certamente
non so quanto riuscirà a portare risultati. Non è la prima volta che le Nazioni Unite
intervengono in questo modo. In questi 22 mesi, però, finora, ogni trattativa è di
fatto fallita.
D. – Questa volta, però, Brahimi ha fatto riferimento anche
a personalità di spicco del regime...
R. – Sì, probabilmente questo è connesso
al fatto che il regime di Hassad si senta progressivamente sempre più in difficoltà.
Recentemente le forze ribelli sono riuscite a conquistare anche delle basi aeree,
riuscendo ad impadronirsi di aerei non distrutti. E teniamo presente che l’aeronautica
è la forza principale della supremazia attuale delle forze governative. La difficoltà,
quindi, che probabilmente in questo momento sta vivendo il regime di Hassad, può ammorbidire
le posizioni sinora tenute e permettere, agevolare forse, l’avvio di una trattativa.