Il Papa all’Angelus: smascherare le tentazioni che strumentalizzano Dio per il potere
e i propri interessi
La Quaresima ci insegna che la fede in Dio è "il criterio-base" della vita della Chiesa.
E’ quanto affermato da Benedetto XVI all’Angelus in Piazza San Pietro, il primo dopo
l’annuncio della sua rinuncia al ministero petrino. Parlando a decine di migliaia
di fedeli che lo hanno salutato con affetto e commozione, il Papa ha sottolineato
che, se siamo uniti a Cristo, non dobbiamo avere paura di combattere il male. In un
tweet, intorno alle 12.30, il Pontefice ha quindi ribadito che la “Quaresima è un
tempo favorevole per riscoprire la fede in Dio come base della nostra vita e della
vita della Chiesa”. Tanti gli striscioni in piazza con attestazioni di vicinanza e
gratitudine. Nel saluto ai pellegrini, il Papa ha dunque ringraziato quanti stanno
pregando per lui, per la Chiesa e per il prossimo Papa. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
La Quaresima,
iniziata con il Rito delle Ceneri, è “tempo di conversione e penitenza” che deve riorientarci
“decisamente verso Dio, rinnegando l’orgoglio e l’egoismo per vivere nell’amore”.
Benedetto XVI ha iniziato così la sua meditazione sul Vangelo domenicale che parla
delle tentazioni di Gesù nel deserto. Ed ha sottolineato che la Chiesa, madre e maestra,
“chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito”:
“In questo Anno
della fede la Quaresima è un tempo favorevole per riscoprire la fede in
Dio come criterio-base della nostra vita e della vita della Chiesa. Ciò comporta sempre
una lotta, un combattimento spirituale, perché lo spirito del male naturalmente si
oppone alla nostra santificazione e cerca di farci deviare dalla via di Dio”.
Il
Papa ha quindi osservato che Gesù viene condotto nel deserto per essere tentato dal
diavolo al momento di “iniziare il suo ministero pubblico”:
“Gesù dovette
smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva.
Ma queste tentazioni sono anche false immagini dell'uomo, che in ogni tempo insidiano
la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone”.
Gli
evangelisti Matteo e Luca, ha poi osservato, presentano le tentazioni diversificandole
per ordine, ma la loro natura non cambia:
“Il loro nucleo centrale consiste
sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi, dando più importanza al
successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso
il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere
e ciò che soddisfa i bisogni primari.”
“In questo modo - ha aggiunto -
Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta
più, svanisce”:
“In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede,
perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni
momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale
oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?”
Le
tentazioni, ha proseguito, fanno parte della “discesa” di Gesù nella nostra condizione
umana, “nell’abisso del peccato e delle sue conseguenze”. Una discesa che Gesù ha
compiuto sino agli “inferi dell’estrema lontananza da Dio”. In questo modo, ha affermato,
Gesù è dunque “la mano che Dio ha teso all’uomo, alla pecorella smarrita per riportarla
in salvo”:
“Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento
contro lo spirito del male: l’importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il
Vincitore. E per stare con Lui rivolgiamoci alla Madre, Maria: invochiamola con fiducia
filiale nell’ora della prova, e lei ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio
divino, per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio
al centro della nostra vita”.
Al momento dei saluti, nelle diverse
lingue, Benedetto XVI ha ringraziato quanti stanno pregando per lui e per la Chiesa
in questi giorni, manifestando affetto e vicinanza. In spagnolo ha chiesto di continuare
a pregare per il prossimo Papa. In tedesco, ha invitato i fedeli ad essere vicini
a lui e alla Curia Romana, soprattutto in occasione dell’inizio degli esercizi spirituali.
Infine, un caloroso saluto ai pellegrini italiani, con un pensiero speciale ai fedeli
e cittadini di Roma:
“Grazie di essere venuti così numerosi! Anche questo
è un segno dell’affetto e della vicinanza spirituale che mi state manifestando in
questi giorni. Saluto in particolare l’Amministrazione di Roma Capitale, guidata dal
Sindaco, e con lui saluto e ringrazio tutti gli abitanti di questa amata Città di
Roma”.