Esercizi Spirituali. Il card. Ravasi: affiderò alla Bibbia il mio saluto a Benedetto
XVI
Come ricordato dal Papa, all'Angelus, iniziano stasera alle 18, nella Cappella Redemptoris
Mater del Palazzo Apostolico, gli Esercizi spirituali quaresimali per il Papa
e la Curia Romana. Gli Esercizi, che termineranno sabato 23, sono uno degli ultimi
impegni del Pontificato di Benedetto XVI e saranno predicati dal cardinale Gianfranco
Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il tema degli Esercizi
sarà “Ars orandi, ars credendi. Il volto di Dio e il volto dell’uomo nella preghiera
salmica”. Fabio Colagrande ha chiesto al porporato se, dopo la notizia della
rinuncia da parte del Papa, abbia modificato in qualche modo le meditazioni preparate:
R. - Ho pensato
soltanto di fare un particolare saluto iniziale, come è già stato fatto dal cardinale
decano e dal cardinale segretario di Stato, ma un saluto, in questo caso, che io vorrei
affidare alla Bibbia. Cercherò, cioè, un’immagine che rappresenti idealmente il futuro
della presenza di Benedetto XVI nella Chiesa, come una presenza di sfondo, che continua
ad essere tale proprio nella dimensione verticale, cioè nella dimensione del sentiero
d’altura, dove egli andrà ora, che è proprio quello della contemplazione, della preghiera
per la Chiesa, del ministero fatto attraverso l’intercessione nei confronti della
comunità che lui prima aveva diretto.
D. – Che bilancio fare del Pontificato
di Benedetto XVI per quanto riguarda il dialogo con le altre culture? Glielo chiedo
proprio come presidente del dicastero, che di questo si occupa dal punto di vista
pastorale...
R. – Credo che l’elemento più significativo, il primo in assoluto,
sia quello del Cortile dei Gentili, perché rappresenta una realtà che è partita proprio
dalle sue parole, che è stata – io lo posso testimoniare, come responsabile di questa
istituzione – seguita da lui sempre con grande interesse, con grande partecipazione,
e perché rappresenta forse il modello necessario di confronto tra i valori, in un
momento in cui tutti i valori sono diventati “grigi”, oppure semplicemente sono accantonati.
Un secondo elemento, direi, è certamente quello dell’essersi interessato anche del
rapporto con l’arte. Abbiamo avuto occasione di eventi significativi, come quello
della Sistina, come quello dei suoi 60 anni di sacerdozio. Sono proprio elementi che
mostrano come la Chiesa voglia ritornare ancora alla grandezza del dialogo con il
bello, non soltanto con il vero. E poi direi anche, però, il rilievo che ha dato al
problema del rapporto tra fede e ragione. Quindi la cultura è stata un elemento indispensabile,
credo, per decifrare anche il suo Pontificato. Tutto quello che noi facciamo, per
esempio nel campo del dialogo con la scienza, nel campo del rapporto con la gioventù,
con le nuove culture giovanili - e non dimentichiamo che l’ultimo incontro, l’ultima
Plenaria di Dicastero che ha fatto era proprio attorno al tema delle culture giovanili
- tutto questo non è nient’altro che la declinazione di quel binomio fondamentale
fede-ragione che a lui è particolarmente caro. Tutti questi elementi sono elementi
che sicuramente, anche il nuovo Pontefice considererà nel suo piano pastorale, perché
sono, alla fine, il ritratto dell’impegno ecclesiale nel mondo.