2013-02-16 12:59:05

Connivenza tra politica e business del gioco d'azzardo. La denuncia degli esperti


Porre un limite al gioco d’azzardo. Questo l’appello ai candidati alle prossime elezioni lanciato dalla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”. Se da una parte si sono moltiplicate le iniziative della politica contro la gravità di questo fenomeno, dall’altra le associazioni aderenti all’iniziativa denunciano una connivenza tra le due realtà. Per fare qualche esempio: finanziamento di campagne elettorali, leggi a favore dell’azzardo, partiti che detengono quote nel business, ex politici afiniti a capo di aziende del gioco. Paolo Ondarza ha intervistato Maurizio Fiasco della Consulta Nazionale Antiusura e Matteo Iori, presidente di Conagga, il Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo. Quest’ultimo spiega il legame tra politica e azzardo:RealAudioMP3
R. – Sia per i finanziamenti diretti ai partiti dalle industrie del gioco d’azzardo, sia per quanto riguarda i ruoli all’interno di società e industrie di gioco, da parte di persone che hanno avuto un peso molto autorevole in politica; sono stati ministri, sono stati sottosegretari, persone che in qualche modo hanno appoggiato il mondo del gioco anche emendamenti o tramite proposte di legge.

D. – Cosa, secondo lei, dovrebbero dire esplicitamente i candidati alle politiche per una lotta credibile, senza ambiguità al gioco d’azzardo?

R. – Dovrebbero dire chiaramente che il gioco d’azzardo crea una dipendenza. Dovrebbero dire che certe pubblicità devono essere vietate perché possono essere ingannevoli. Devono dire che il gioco d’azzardo non può essere più solo un fenomeno economico per fare cassa, ma è un fenomeno che desta molte preoccupazioni sul quale bisogna ritornare a riflettere.

D. – Maurizio Fiasco, lei è un esperto della consulta nazionale antiusura. Tassare il gioco d’azzardo potrebbe essere un deterrente contro la piaga di questo fenomeno?

R. – E’ una misura utile per chiudere con questa sbornia che dura ormai da troppi anni perché aumentando la tassazione sul gioco d’azzardo si dovrà ridurre la quota che va a finire nelle micro, insignificanti, restituzioni a chi gioca, che spesso vince due, tre, cinque, dieci euro al massimo. Quindi, questa forma compulsiva, che ormai ha riguardato ina grande parte degli italiani potrebbe ottenere un relativo freno. In realtà la tassazione non farà aumentare gli introiti per lo Stato ma farà calare questo mercato abnorme del gioco che ha effetti depressivi sull’economia, effetti perniciosi sulla quotidianità delle famiglie ed effetti di aggravamento del deficit pubblico per lo Stato.

D. – Rileva un attenzione prioritaria data alla piaga del gioco d’azzardo nei programmi delle varie coalizioni?

R. – Mi pare di constatare amaramente che c’è un cumularsi di rimozione e di diniego letterale della realtà. Per me è inspiegabile.

D. – Le vostre richieste alla politica?

R. – Che prenda coscienza della gravità del gioco e che programmi e governi bene una recessione, un ritorno indietro da questa macchina impazzita.







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