2013-02-16 13:45:38

A Pescara, mostra sull'Anno della Fede. Mons. Valentinetti: l'arte porta a Dio


Nell’Anno della Fede, anche una mostra itinerante come strumento di catechesi e di missione per arrivare a tutti. E’ l’esposizione "Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani": fino al 22 febbraio nella Sala Pozzi della Chiesa Beata Vergine Maria del Rosario di Pescara. Ma qual è il valore di questa iniziativa? Irene Pugliese lo ha chiesto a mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara:RealAudioMP3

R. - Il valore è quello di far riscoprire attraverso l’arte tutto ciò che sono i valori della vita interiore, dare spazio alla bellezza perché con la bellezza sicuramente la vita interiore risorge a vita nuova e risorgendo a vita nuova si apre all’infinito, si apre all’assoluto. Dunque si apre anche alla possibilità di incontrare il Dio dei nostri padri e acquisire una fede forte e matura che deve essere orientata dentro un cammino di tutti i giorni. Ci sono poi momenti particolari, come questo della contemplazione di una mostra itinerante, che richiamano fortemente l’impegno a crescere nella fede.

D. – Partiamo dal nome della mostra: “Videro e credettero, la bellezza e la gioia di essere cristiani”. Da che cosa è stato suggerito?

R. – E’ stato suggerito fondamentalmente dallo stesso percorso ritrattistico, partendo dall’icona di Giovanni e Pietro che corrono al Sepolcro, quando si dice che Giovanni arrivò per primo ma non entrò e poi quando finalmente entrò vide e credette. Videro e credettero perché la Risurrezione era alla loro portata. Credettero in quel momento che il Signore non era più nella tomba ma era diventato il Dio dei viventi.

D. – Com’è strutturata l’esposizione?

R. - Con pannelli che si possono contemplare, vedere, accompagnati da guide che faranno la loro parte catechetica. D’altra parte la mediazione è sempre importante, la fede si passa di mano in mano e quindi la mediazione umana è fondamentale per entrare e penetrare nel Mistero che essi vogliono far smettere.

D. – E’ un’occasione di condivisione e testimonianza comune dei cristiani di un territorio, di un ambiente?

R. – Sì, è occasione di testimonianza e di condivisione perché la fede condivisa, la fede portata cuore a cuore, si propaga e diventa capace di essere accolta anche da altre persone.

D. – Un metodo utile che può coinvolgere anche i giovani?

R. – Lo speriamo vivamente, perché ci sarà anche spazio alla visita delle scuole. Speriamo che possano in qualche modo usufruire di questa opportunità per poter apprendere qualcosa di buono e soprattutto per poter ripensare la loro storia alla luce della fede.







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