A Pescara, mostra sull'Anno della Fede. Mons. Valentinetti: l'arte porta a Dio
Nell’Anno della Fede, anche una mostra itinerante come strumento di catechesi e di
missione per arrivare a tutti. E’ l’esposizione "Videro e credettero. La bellezza
e la gioia di essere cristiani": fino al 22 febbraio nella Sala Pozzi della Chiesa
Beata Vergine Maria del Rosario di Pescara. Ma qual è il valore di questa iniziativa?
Irene Pugliese lo ha chiesto a mons.Tommaso Valentinetti, arcivescovo
di Pescara:
R. - Il valore
è quello di far riscoprire attraverso l’arte tutto ciò che sono i valori della vita
interiore, dare spazio alla bellezza perché con la bellezza sicuramente la vita interiore
risorge a vita nuova e risorgendo a vita nuova si apre all’infinito, si apre all’assoluto.
Dunque si apre anche alla possibilità di incontrare il Dio dei nostri padri e acquisire
una fede forte e matura che deve essere orientata dentro un cammino di tutti i giorni.
Ci sono poi momenti particolari, come questo della contemplazione di una mostra itinerante,
che richiamano fortemente l’impegno a crescere nella fede.
D. – Partiamo dal
nome della mostra: “Videro e credettero, la bellezza e la gioia di essere cristiani”.
Da che cosa è stato suggerito?
R. – E’ stato suggerito fondamentalmente dallo
stesso percorso ritrattistico, partendo dall’icona di Giovanni e Pietro che corrono
al Sepolcro, quando si dice che Giovanni arrivò per primo ma non entrò e poi quando
finalmente entrò vide e credette. Videro e credettero perché la Risurrezione era alla
loro portata. Credettero in quel momento che il Signore non era più nella tomba ma
era diventato il Dio dei viventi.
D. – Com’è strutturata l’esposizione?
R.
- Con pannelli che si possono contemplare, vedere, accompagnati da guide che faranno
la loro parte catechetica. D’altra parte la mediazione è sempre importante, la fede
si passa di mano in mano e quindi la mediazione umana è fondamentale per entrare e
penetrare nel Mistero che essi vogliono far smettere.
D. – E’ un’occasione
di condivisione e testimonianza comune dei cristiani di un territorio, di un ambiente?
R.
– Sì, è occasione di testimonianza e di condivisione perché la fede condivisa, la
fede portata cuore a cuore, si propaga e diventa capace di essere accolta anche da
altre persone.
D. – Un metodo utile che può coinvolgere anche i giovani?
R.
– Lo speriamo vivamente, perché ci sarà anche spazio alla visita delle scuole. Speriamo
che possano in qualche modo usufruire di questa opportunità per poter apprendere qualcosa
di buono e soprattutto per poter ripensare la loro storia alla luce della fede.